Pechino potenzierà il controllo del Mar cinese meridionale e orientale
Dietro la maschera della salvaguardia della “sovranità territoriale” si gioca una battaglia per il controllo delle riserve naturali. La marina cinese ha intercettato una nave da ricerca giapponese e “sequestrato” due pescherecci vietnamiti al largo delle Paracel. Chiesto un riscatto per la loro liberazione.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - Pechino potenzierà i controlli nel Mar cinese orientale e nel Mar cinese meridionale, a salvaguardia della "sovranità territoriale" in acque al centro di una lunga contesa. Lo riferisce l'agenzia ufficiale Xinhua, citando un esperto di questioni marittime secondo cui - la scorsa settimana - la State Oceanic Administration (Soa) ha inviato sei navi pattuglia nei pressi dell'isola di Diaoyu, contese dal Giappone (che le chiamano Senkaku). Tra i mezzi utilizzati dalla marina cinese vi sono la Haijian 50 e la Haijian 66, rispettivamente l'imbarcazione più grande e quella più veloce dell'intera flotta. I mezzi avrebbero intercettato una nave da ricerca giapponese, che stava compiendo esplorazioni "non autorizzate" in una zona che per Pechino rientra "nella giurisdizione cinese".

Fonti della marina cinese aggiungono che le navi pattuglia hanno condotto ispezioni attorno alle riserve di gas naturale di Chunxiao e Pinghu, nel Mar cinese orientale; in contemporanea, altre due imbarcazioni hanno svolto dei controlli nel Mar cinese meridionale, dove avrebbero "scoperto" almeno 30 piattaforme da esplorazione "straniere" in acque considerate "interne". Il professor Wang Hanling, esperto di questioni marittime all'Accademia delle scienze sociali di Pechino, aggiunge che il lavoro di pattuglia è necessario anche "per proteggere i diritti dei pescatori cinesi e rafforzare il controllo di Pechino".

Intanto funzionari vietnamiti denunciano il fermo illegale di due imbarcazioni di Hanoi con a bordo 21 persone, compiuto dalla marina di Pechino nei pressi delle isole Paracel. Il sequestro è avvenuto il 3 marzo scorso e da allora i marinai vietnamiti si trovano sotto l'autorità cinese. Un membro del Comitato del popolo di Ly Son, isola della provincia vietnamita di Quang Ngai, afferma che "è stata avanzata una richiesta di 11mila dollari per il loro rilascio". Hanoi ha intimato ai parenti di non pagare il riscatto e non cedere alle condizioni imposte dai cinesi per il rilascio.

Fra le nazioni della regione Asia-Pacifico, la Cina è quella che avanza le maggiori rivendicazioni in materia di confini marittimi nel mar Cinese meridionale. Nella lista, oltre alle Diaoyu/Senkaku, vi sono le isole Spratly e Paracel, disabitate, ma assai ricche di risorse e materie prime. L'egemonia nell'area riveste un carattere strategico per il commercio e lo sfruttamento di petrolio e gas naturale. A contendere le mire espansionistiche di Pechino vi sono il Vietnam, le Filippine, la Malaysia, il sultanato del Brunei e Taiwan, cui si uniscono la difesa degli interessi strategici degli Stati Uniti nell'area. Filippine e Giappone in primis, ma anche Vietnam potrebbero diventare preziosi alleati in uno scenario di conflitto aperto nella regione Asia-Pacifico, dove negli ultimi mesi si sono registrati numerosi "incidenti" fra navi - militari o imbarcazioni di pescatori - battenti bandiere diverse.