Gilbert, eroe della ricostruzione dopo lo tsunami
di Danielle Vella

Nel Tamil Nadu giovane cattolico sopravvissuto al maremoto coinvolge un intero villaggio, amici e clienti dall’estero nella ricostruzione.


Kallalpattu (AsiaNews) - Trasformare la disgrazia dello tsunami in una missione: c’è riuscito Gilbert, giovane cattolico del Tamil Nadu, lo Stato dell’India più colpito dal disastro del 26 dicembre. Gilbert, 25 anni, è uno dei sopravvissuti al maremoto che ha distrutto il suo villaggio, Kallalpattu, vicino Pondicherry. Cattolico e uomo d’affari, Gilbert ha deciso di impegnarsi in modo attivo per ricostruire non solo le abitazioni ma anche il tessuto sociale della sua comunità coinvolgendo gente locale, giovani e amici dall’estero.

Gilbert è da sempre impegnato in attività a scopo sociale; da universitario era tra i leader del movimento studentesco dell’All India Catholic University Federation. Ora è impiegato in una compagnia a Pondicherry che lavora per portare armonia tra le varie comunità locali attraverso il turismo.

Il 26 dicembre Gilbert era a Bangalore: p. K. Amal, dell’Indian Social Institute dei gesuiti (ISI), lo aveva convinto a tenere un seminario in città per quella data. Appena saputo dello tsunami, Gilbert è tornato a casa, dove lo aspettava solo la devastazione più completa; invece che disperarsi il giovane ha deciso che da quel momento in poi avrebbe dedicato le sue forze alla ricostruzione della comunità.

Prima di tutto, nonostante i danni subiti dal maremoto, Gilbert ha fatto una donazione e ha iniziato a raccogliere fondi e aiuti da suoi clienti in Francia e da amici di famiglia, tutti molto desiderosi di fare solidarietà; già dopo pochi giorni era riuscito a far arrivare 10 mila coperte.

La missione di Gilbert continua ancora a pieno ritmo: il suo villaggio sta lentamente riprendendo forma e lui ha cominciato a visitare anche quelli vicini per monitorane i bisogni primari. Nella sua missione ha coinvolto soprattutto i giovani, per i quali è diventato un modello. Paul Newman, amico del ragazzo e responsabile presso il Jesuit Refugee Service per l’Asia meridionale, ha detto che “Gilbert è riuscito con successo a impegnare in modo compatto tutto il villaggio non solo nella ricostruzione architettonica, ma anche in quella spirituale della comunità”.