Mosca chiede a Damasco di attuare il piano di Kofi Annan. Scettica l'opposizione e gli Usa
Da oggi ci dovrebbe essere il ritiro delle truppe e degli armati dalle città. Ma vi sono state bombe a Mariah e a Harasta. Kofi Annan è in Turchia, sulla via per Teheran, per chiedere la collaborazione dell'Iran al piano di pace per la Siria. Ieri colpiti alcuni rifugiati siriani in Turchia; ucciso un cameraman libanese.

Mosca (AsiaNews/Agenzie) - La Russia ha chiesto alla Siria di procedere al ritiro delle truppe dai centri abitati, seguendo il piano di pace sostenuto dalle Nazioni Unite e dalla Lega araba, che dovrebbe iniziare oggi. L'opposizione e i ribelli siriani, insieme a Stati Uniti e Turchia rimangono scettici e accusano Damasco di continuare la carneficina in diverse città siriane.

Dopo un incontro con il ministro degli esteri siriano Walid Al-Muallem, l'omologo russo Serghei Lavrov ha dichiarato ai giornalisti che Mosca ha chiesto "ai colleghi siriani di attuare in modo rigoroso il piano Annan". Egli ha anche ammesso che la Siria non è stata abbastanza attiva a ritirare il suo esercito, sebbene Al-Muallem abbia ribadito che il governo di Assad ha già ritirato le truppe da alcune città siriane.

Lavrov ha anche aggiunto che è necessario che pure l'opposizione armata accetti il piano di Kofi Annan. Fra di essi vi sono infatti gruppi che non lo hanno ancora sottoscritto.

Il piano di pace Onu-Lega araba sembra essere l'ultima possibilità di portare la pace in Siria, dove la lotta contro il regime di Assad è entrata al suo secondo anno. Ma la sua attuazione rimane precaria.

Nei giorni scorsi il governo siriano ha posto un'ulteriore condizione al ritiro delle truppe dalle città: i gruppi armati devono firmare un accordo per lasciare le armi. I ribelli hanno risposto che essi accettano la tregua, ma non consegneranno mai le armi a un regime che essi non riconoscono.

Il piano Annan dovrebbe essere attuato da stamattina ed entro 48 ore si dovrebbe passare a un completo cessate-il-fuoco. Ma l'Osservatorio siriano sui diritti umani, un'organizzazione vicina all'opposizione con base a Londra, ha dichiarato che vi sono state bombe dell'esercito nella città di Mariah. I ribelli affermano che attacchi di mortaio sono avvenuti anche ad Harasta, alla periferia di Damasco.  Ieri le violenze hanno toccato pure la Turchia e il Libano: almeno due rifugiati siriani e un traduttore turco sono stati feriti in un campo che raccoglie i profughi siriani. I colpi di armi da fuoco sembravano provenire da uno scontro fra esercito e ribelli. Al confine col Libano, un operatore televisivo del canale libanese Al-Jadeed è stato ucciso.

Il Dipartimento di Stato Usa mostra le sue perplessità e afferma che "le violenze non si sono sedate, anzi negli ultimi giorni si sono accresciute".

Oggi Kofi Annan è in Turchia, dove andrà a visitare il campo profughi colpito ieri. La sosta in Turchia precede il suo arrivo a Teheran, dove egli spera di chiedere l'aiuto all'Iran per convincere la Siria ad ubbidire al piano di pace. Secondo Kofi Annan, il fallimento del piano in Siria rischia di far deflagrare tutta la regione medio-orientale.