Il Cairo (AsiaNews/ Agenzie) - Il nuovo parlamento dominato dai Fratelli musulmani e dai salafiti mette al bando i membri dell'ex partito di Mubarak. Chi ha servito come Primo ministro o ha ricoperto importanti incarichi durante il regime non potrà fare attività politica per i prossimi 10 anni.
Votata ieri, la legge deve essere ancora approvata dal Consiglio supremo dei militari (Scaf). Il ministero della Giustizia ha già bollato il provvedimento come incostituzionale. Esso giunge a pochi giorni dalla candidatura alle elezioni presidenziali di Omar Suleiman, ex vice-presidente e capo dei servizi segreti del governo Mubarak. Per attrarre i favori dell'elettorato laico, egli ha giustificato la sua discesa in campo un "gesto per evitare la trasformazione dell'Egitto in uno Stato islamico".
Se approvata, la legge mette a serio rischio le elezioni presidenziali previste per maggio. Secondo gli esperti, la corsa al potere dell'era post Mubarak è ormai dominata dai partiti islamisti, dagli ex funzionari del regime e membri del defunto National Democratic Party, riemersi dopo un anno di silenzio. I partiti democratici protagonisti della rivoluzione dei Gelsomini sono di fatto esclusi dalla corsa alle presidenziali.
Su un totale di 23 candidati, sono solo tre le figure moderate in grado di sfidare lo strapotere dei Fratelli musulmani, dei salafiti e degli uomini vicini all'ex regime. Essi sono: Khaled Ali, avvocato e attivista per i diritti umani ed ex direttore dell' Egyptian Center for Economic and Social Rights; Ayman Abd El Aziz Nour, leader dell' El-Ghad Party (partito liberale laico) primo politico a sfidare Mubarak alle elezioni farsa del 2005 ; Amr Moussa, ex segretario della Lega araba e ministro degli Esteri durante il governo Mubarak.
I fratelli musulmani concorrono con Khairat El-Shater, importante uomo d'affari e tesoriere del movimento uscito dal carcere nel 2011. I salafiti partecipano invece con Hazem Salah Abu Ismail. Ospite fisso nei programmi televisivi nazionali, egli è uno dei leader radicali islamici con più seguito. A sostenerlo sono soprattutto i giovani islamisti, che nei giorni scorsi hanno organizzato manifestazioni in tutto il Paese per protestare contro la sua esclusione dalle elezioni per un vizio di forma. Fra i candidati indipendenti spicca Abdel Moneim Aboul Fotouh, segretario generale dell'Unione dei medici arabi, ex membro e sostenitore dei Fratelli musulmani.