Thein Sein a Tokyo per ridurre il debito e aumentare gli investimenti
Il presidente birmano va in Giappone per cercare di limare i 4,9 miliardi di dollari che Tokyo ha prestato alla Birmania: in cambio, pronti sgravi agli investimenti diretti. L’Unione Europea trova la quadra: pronta a eliminare le sanzioni contro la giunta (tranne quella sulle armi).

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il presidente birmano Thein Sein è arrivato in Giappone per una visita di Stato lunga 5 giorni che si concentrerà sugli aiuti finanziari e sul debito che intercorre fra i due Paesi. Si tratta della prima visita ufficiale di un capo di Stato birmano nel Sol Levante in 28 anni, e cade in concomitanza con la sospensione delle sanzioni contro la giunta militare decisa dall'Unione Europea.

Nel corso dei colloqui con il leader giapponese Yoshihiko Noda, Sein cercherà di trovare una soluzione soddisfacente alla questione del debito birmano nei confronti del Giappone, che al momento rappresenta il maggior creditore del Paese: fra il 1967 e il 1987, Tokyo ha emesso prestiti per un totale di 4,9 miliardi di dollari.

Ora Rangoon cerca di attrarre nel suo Paese una parte degli investimenti giapponesi destinati alla Thailandia: la nazione, popolata da 64 milioni di persone, ha una posizione geopolitica strategica ed è molto ricca di risorse naturali. Il suo cammino verso la democrazia, sostiene una fonte giapponese, "non potrà che rafforzarla". Tuttavia le fonti governative rifiutano di commentare l'indiscrezione secondo cui il Giappone "perdonerà" il suo debitore per un totale di 3,7 miliardi.

Il Giappone ha occupato la Birmania negli anni della Seconda Guerra mondiale. Dal 2008 ha investito nel Paese circa 10 milioni di dollari, un'inezia se messi a confronto con i 13 miliardi delle aziende cinesi in Myanmar. Cina, Hong Kong, Thailandia e Corea del Sud rappresentano i maggiori azionisti del Paese, con un investimento pari a 26 miliardi di dollari.

Tokyo conosce la situazione, e per cercare di fermare l'influenza cinese nell'area ha iniziato nel 2009 una serie di colloqui con i Paesi che affacciano sul fiume Mekong: il Sol Levante vuole nuovi investimenti in Laos, Thailandia, Cambogia e Vietnam. Al momento Pechino investe nell'area 90 miliardi di dollari contro i 73 del Giappone e i 55 degli Stati Uniti.

Per premiare il nuovo corso democratico del Myanmar, inoltre, l'Unione europea ha raggiunto ieri "un accordo di principio" per la sospensione di tutte le sanzioni imposte alla vecchia giunta militare, con la sola eccezione dell'embargo di armi. La decisione deve ora passare al vaglio dei ministri degli esteri della Ue, lunedì prossimo a Lussemburgo, e subito dopo potrà divenire operativa.