Accusata di stregoneria, donna dello Sri Lanka rischia la decapitazione in Arabia Saudita
Arrestata su denuncia del padre della giovane, secondo il quale secondo il quale sua figlia "all'improvviso ha cominciato a comportarsi in modo anomalo e ciò è avvenuto dopo che si era recata insieme con la donna" in un grande centro commerciale di Jeddah. Per la stessa accusa, da settembre due persone sono state messe a morte.

Riyadh (AsiaNews/Agenzie) - Accusata di aver lanciato un maleficio contro una ragazzina di 13 anni, una donna dello Sri Lanka che lavora in Arabia Saudita è stata arrestata e, se riconosciuta colpevole, sarà decapitata. La vicenda, raccontata dal quotidiano locale Okaz. Prende avvio dalla denuncia del padre della giovane, secondo il quale sua figlia "all'improvviso ha cominciato a comportarsi in modo anomalo e ciò è avvenuto dopo che si era recata insieme con la donna dello Sri Lanka" in un grande centro commerciale della città portuale di Jeddah.

L'uomo si è rivolto ad una unità specializzata, che ha affrontato la situazione rapidamente e ha arrestato la donna. Un portavoce dalla polizia, Mesfir al-Juayed, ha confermato la vicenda.

In Arabia Saudita non esiste un vero codice penale: le pene si applicano secondo l'interpretazione che viene data alla sharia, la legge islamica. Per la stregoneria e per altri "reati", come l'apostasia, la punizione è la morte che, nel Regno, viene eseguita con la decapitazione, effettuata con la scimitarra.

La condanna per stregoneria non è rarissima nel Paese: nello scorso anno, a settembre è stato ucciso un sudanese e a dicembre una donna saudita.