Onu: "molto fragile" il cessate il fuoco in Siria
La Cina offre appoggio alla missione degli osservatori prevista dall'accordo tra Damasco e le Nazioni Unite. Anche oggi notizie di manifestazioni e bombardamenti. Gli Usa per un ulteriore inasprimento delle sanzioni, che comprenda l'embargo delle armi.

Beirut (AsiaNews) - "E' un cessate il fuoco molto fragile" quello firmato martedì scorso a Damasco. L'opinione espressa da Ahmed Fawzi, portavoce del delegato per Onu e Lega araba Kofi Annan, è confermata dalle notizie di scontri che continuano a venire anche oggi dalla Siria. Bombardamenti dell'esercito contro Homs e i suoi dintorni (nella foto), manifestazioni nella periferia di Damasco, nella provincia di Aleppo e a Raqqa. Ieri il segretario generale Ban Ki-moon aveva detto che Damasco non ha ancora rispettato il piano proposto da Kofi Annan, l'inviato speciale dell'Onu e della Lega Araba per la Siria. "Negli ultimi giorni si è assistito a una nuova escalation di violenza e le autorità siriane non hanno rispettato la promessa di ritirare truppe e armi dalle città".

La situazione ha fatto dire al segretario di Stato americano, Illary Clinton, che è necessaria una risoluzione del Consiglio di sicurezza per un embargo totale di armi verso la Siria. La Clinton, che parlava ad una riunione del gruppo Friends of Syria, riunitosi ieri a Parigi, non ha fatto cenno a un'ipotesi di intervento militare esterno, ma ha sostenuto che è giunto il momento di imporre nuove sanzioni al regime di Bashar al-Assad. "Dobbiamo muoverci risolutamente - ha detto - per sanzioni che comprendano viaggi, finanze, embargo delle armi e  pressioni che ciò porti il regime a rispettare l'accordo".

Un appoggio all'accordo per il cessate il fuoco è venuto oggi dalla Cina. Il portavoce del ministero degli esteri, Liu Weimin, ha detto che il suo Paese è intenzionato a unire suo personale al team di osservatori delle Nazioni Unite che dovrebbe essere schierato. Tra i punti qualificanti dell'accordo, infatti, accanto all'allontanamento dei mezzi militari dalle città, c'è lo schieramento per tre mesi di un gruppo di 300 osservatori con il diritto di muoversi liberamente nell'intero Paese e di avere contatti con chiunque.