Oltraggio ai giudici: la Corte suprema condanna il premier Gilani. Pena simbolica
Il Primo Ministro riconosciuto colpevole di non aver rispettato le disposizioni della magistratura, che chiedeva la riapertura dell’inchiesta sul presidente Zardari, al centro di uno scandalo corruzione. Per Gilani sentenza simbolica a pochi minuti di custodia in aula. Ora lo scontro passa dal piano giudiziario all’arena politica.

Islamabad (AsiaNews/Agenzie) - La Corte suprema pakistana ha condannato oggi il Primo Ministro Yousaf Raza Gilani per "oltraggio ai giudici", perché non ha ordinato la riapertura di un fascicolo di indagine a carico del presidente Asif Ali Zardari, da tempo indagato per un presunto giro di corruzione. Il capo di Stato è sospettato di aver utilizzato filiali della Swiss Bank per "riciclare denaro sporco". Tuttavia, i giudici hanno inflitto solo una sentenza "simbolica" di "alcuni minuti" di detenzione all'interno dell'aula di tribunale; il premier rischiava fino a sei mesi di carcere e l'interdizione dai pubblici uffici. La vicenda ha scosso l'opinione pubblica del Paese e ha mostrato in tutta la sua evidenza la spaccatura fra esecutivo e giudiziario, in un equilibrio precario che rischia di precipitare la nazione in una guerra intestina. Più volte, infatti, l'esercito (il vero "potere forte" che muove dietro i giudici) si è reso protagonista di colpi di mano che hanno stravolto il quadro politico e sociale pakistano. 

Migliaia di sostenitori di Gilani questa mattina ne hanno accompagnato l'ingresso  al tribunale di Islamabad, con lancio di petali di rose e fiori. Ingenti le misure di sicurezza predisposte per scongiurare incidenti, con almeno mille agenti stanziati nell'area in tenuta anti-sommossa ed elicotteri nei cieli della capitale. Al termine dell'udienza, il giudice Nasir-ul-Milk ha annunciato che "le motivazioni alla base della sentenza" verranno depositate nelle prossime settimane, e che "il premier è colpevole" per aver "volutamente ignorato" le disposizioni della Corte suprema.

Egli è il primo premier nella storia del Pakistan ad essere condannato dai giudici mentre si trova ancora in carica; tuttavia, si tratta di una sentenza simbolica che non gli spalancherà le porte del carcere, ma lo trascinerà al centro di feroci polemiche e richieste di dimissioni. Analisti politici ed editorialisti spiegano che ora "la controversia si sposta dal piano giudiziario all'arena politica nazionale" e non sarà facile prevederne gli sviluppi.

Per i giudici della Corte suprema Gilani ha ignorato un'ingiunzione in base alla quale egli avrebbe dovuto scrivere alle autorità della banca svizzera e chiedere loro di riaprire il caso a carico di Zardari. Il Primo Ministro si è invece difeso sostenendo di aver ricevuto indicazioni secondo cui sarebbe stato "incostituzionale" continuare la causa. Al contempo, il presidente ha dichiarato che le accuse a suo carico sono "di natura politica".

Al centro della controversia il provvedimento di amnistia del 2007 per reati di corruzione, una norma ricusata dal tribunale nel 2009 ma che il governo ha voluto mantenere in vigore, ignorando la disposizione della magistratura. Sul presidente Zardari - secondo alcuni analisti il "vero problema" attorno al quale ruota la crisi - e altri politici di primo piano gravano pesanti sospetti di corruzione.

Durante le prime udienze del processo, alcuni esperti interpellati da AsiaNews hanno sottolineato che la vicenda giudiziaria avrebbe determinato la "sopravvivenza politica" dell'esecutivo e le possibilità di portare a termine "per la prima volta" un mandato quinquennale. In caso contrario, hanno aggiunto le fonti, è probabile che il Paese sarà "dilaniato da lotte interne e scontri sanguinari", che vedranno opposti i diversi poteri dello Stato: esecutivo, giudiziario e militare.