Egitto, scontri fra dimostranti, militari e teppisti; 11 morti e 50 feriti
Ignoti hanno attaccato questa mattina il sit-in di salafiti e movimenti democratici davanti al ministero della Difesa al Cairo. Per controllare gli scontri l'esercito รจ intervenuto con mezzi blindati e lacrimogeni, provocando il caos. A rischio le elezioni presidenziali del 23 maggio.

Il Cairo (AsiaNews) - E' di 11 morti e decine di feriti il bilancio degli scontri fra polizia e manifestanti avvenuti questa mattina davanti alla sede del ministero egiziano della Difesa. Organizzata dai salafiti per contestare l'esclusione del loro leader Hazem Abu Ismail dalla corsa alle presidenziali, la protesta si è trasformata in questi giorni in un'adunata pacifica per chiedere le dimissioni del Consiglio supremo dei militari  a cui hanno aderito anche i movimenti democratici laici. Fra questi il gruppo dei Giovani del 6 aprile, che raccoglie i principali leader della rivoluzione dei Gelsomini.

Secondo fonti locali, un gruppo di uomini armati, non ancora indentificati, ha attaccato il sit-in con  pistole e spranghe, costringendo i militari ad intervenire. Tuttavia essi invece di individuare i facinorosi hanno attaccato manifestanti, utilizzando anche mezzi blindati. In un comunicato l'esercito si è giustificato affermando che "gli otto blindati inviati nella zona di Abassya servivano per disperdere gli scontri. Tuttavia i giovani hanno attaccato le forze armate che avevano l'ordine di difendere la zona".  Le stesse parole erano state utilizzate per giustificare il massacro dei copti di Maspero del 9 ottobre 2011, costato la vita a 27 persone. Nei giorni scorsi, il tribunale egiziano incaricato di far luce sulla strage ha archiviato il processo per mancanza di prove.

Esperti e politici fanno notare che l'Egitto è di nuovo piombato in un clima di violenza e repressione. Ciò mette a serio rischio le elezioni presidenziali in programma per il 23 maggio. Oggi, i candidati alla presidenza Mohammed Mursi (Giustizia e libertà, Fratelli musulmani) e Abdel Mneim Abul Fatouh (candidato indipendente vicino ai Fratelli musulmani) hanno sospeso la campagna elettorale per protesta contro le violenze dell'esercito. In un'intervista Mursi ha aggiunto che porterà in piazza oltre 3 milioni di persone se i militari rifiuteranno di cedere il potere ai civili.