Card. Toppo nelle zone dello tsunami: "Qui l'amore rifiuta di morire"
di Nirmala Carvalho
Non finisce la solidarietà interreligiosa. Leader indù invita a seguire l'esempio di Madre Teresa nel portare amore, fede e sollievo alle vittime.

New Delhi (AsiaNews) – "Sui volti dei superstiti allo tsunami la speranza brilla ancora come la luce del mattino". Questo è ciò che il card. Telesphore Toppo, presidente della conferenza episcopale indiana, ha visto durante il suo viaggio in alcune delle zone più colpite dal disastro del 26 dicembre, Tamil Nadu e Kerala, India del sud. La visita del cardinale è cominciata il 27 gennaio a Chennai con lo scopo di portare tra i superstiti il messaggio dell'amore di Dio: "dobbiamo attingere da Cristo la forza e la consolazione" nella tragedia.

In un'intervista ad AsiaNews il cardinale ha raccontato di dolore e "devastazione", ma soprattutto di "amore e carità" tra le vittime e i soccorritori. L'impressione del prelato è che "nonostante la distruzione, l'amore in questa gente rifiuta di morire", incoraggiata dai "continui aiuti e volontari che arrivano" nelle zone colpite. Il cardinale smentisce chi parla di cinismo tra le vittime dello tsunami e afferma che "chi ha occhi non può non vedere la bontà di Dio" oltre la tragedia. "Un segno è il modo in cui la gente ha risposto: una solidarietà globale", dall'estero e tra gli stessi abitanti al di là di caste e appartenenza religiosa.

Lo tsunami ha colpito tutti in modo indistinto, ma anche gli aiuti continuano a non fare distinzioni tra cristiani, musulmani o indù. Il cardinale conferma che "tutti si sostengono l'un l'altro  e che il dolore personale li aiuta a capire quello dell'altro". Sulle donazioni internazionali piovute sul sudest asiatico, il card. Toppo sottolinea che "questo atteggiamento dovrebbe verificarsi anche in tempi normali, non dobbiamo aspettare queste tragedie, siamo tutti fratelli e ci sono sempre persone che hanno bisogno".  Il cardinale si è detto "soddisfatto" del lavoro delle organizzazioni cattoliche impegnate nei soccorsi, ma ha precisato che "bisogna fare ancora progressi". Secondo il prelato è importante ora concentrarsi sugli interventi a lungo termine: "la Chiesa, a differenza di altre agenzie di aiuti, guarda alla ricostruzione più che agli aiuti immediati; c'è ancora molto da fare, dobbiamo arrivare a toccare il cuore della gente per mitigare il loro dolore" e dare loro la forza di continuare a vivere. Il cardinale ha incoraggiato in particolare i cristiani a essere "canali di pace e amore": "Non c'è tempo per piangere dobbiamo essere positivi e confidare nella fede, messa alla prova da eventi di questo genere".

Tra le tappe del suo viaggio, il cardinale si è fermato al santuario di Vailankanni, Tamil Nadu, dove sabato 29 geannio ha tenuto un incontro di preghiera interreligioso; in questa occasione ha incoraggiato alla solidarietà reciproca le diverse comunità del territorio e ricordato ai partecipanti che "tra noi possono esserci differenze secondarie, ma sostanzialmente siamo parte di un'unica famiglia". Durante l'incontro un leader religioso indù, Kundrakudi Poonambal Aditala, ha detto che seguendo l'esempio di Madre Teresa "bisogna portare fede, amore e sollievo ai sopravvissuti dello tsunami".