Scende l'import-export cinese. Dubbi sulla ripresa
L'export è cresciuto del 4,9, ma si aspettava un aumento dell'8,5. L'import è cresciuto solo dello 0,3 rispetto al 5,3 di marzo e all'11% previsto. In forte caduta la domanda interna. Alla Fiera di Canton gli ordini scesi del 2,3% rispetto allo scorso anno.

Pechino (AsiaNews) - Importazioni ed esportazioni cinesi sono rallentate in aprile, facendo temere per un una vera ripresa nella seconda economia mondiale. Fra le cause del rallentamento vi sono l'abbassamento della domanda interna e la crisi europea.

I dati diffusi oggi mostrano che le esportazioni sono cresciute del 4,9 in aprile, rispetto a una crescita media annuale dell'8,5 e dell'8,9 nel mese di marzo. Le importazioni sono cresciute solo dello 0,3% rispetto al 5,3 nel mese di marzo e all'11% previsto.

Le cifre mostrano un rallentamento dell'economia cinese che negli ultimi anni - con la crisi dei crediti -  ha visto grandi immissioni di denaro pubblico insieme a inflazione e altissimi prezzi nel settore delle proprietà. Il governo ha poi tentato di correggere lo squilibrio restringendo il volume dei prestiti e innalzando il valore dello yuan. Il rallentamento del mese di aprile è uno dei primi segnali causati da questa politica, ma secondo gli esperti, nel prossimo futuro vi saranno ancora più problemi, tanto da far temere che il 2012 sarà uno degli anni più negativi della Cina.

La riduzioni di import-export è dovuta anzitutto alla caduta della domanda interna. Ad esempio: in aprile le importazioni di petrolio grezzo sono scese a 22,21 milioni di tonnellate, il volume più basso da dicembre.  Ma è caduta anche la domanda dall'estero. Il modello economico cinese si è sempre appoggiato sull'esportazione, facilitata da prezzi fortemente concorrenziali. Ma la crisi  globale negli Usa e in Europa ha fatto diminuire la domanda da questi Paesi. Pochi giorni fa, il 5 maggio, si è chiusa la Fiera di Canton, un appuntamento semestrale per il commercio. Gli ordini di esportazioni sono scesi del 2,3% rispetto all'anno scorso. Perfino ditte legate alla produzione di addobbi natalizi e di giocattoli hanno visto una riduzione delle richieste, dando luogo a ulteriori chiusure di fabbriche e licenziamenti.