Il tè di Ceylon perde la sua purezza: sarà miscelato con varietà straniere
di Melani Manel Perera
È la proposta dello Sri Lanka Tea Board, volta ad aumentare le entrate complessive. Il Paese è il primo produttore ed esportatore del “Pure Ceylon Tea”, varietà molto aromatica, pregiata e costosa. Per abbassare i prezzi di vendita, le aziende straniere la usano miscelata con foglie di scarsa qualità. Critiche del governo: a rischio la nostra reputazione.

Colombo (AsiaNews) - Per la prima volta lo Sri Lanka, uno dei maggiori produttori ed esportatori di tè al mondo, potrebbe iniziare a miscelare le sue foglie più pregiate con varietà d'importazione meno costose. L'obiettivo, come spiega il presidente dello Sri Lanka Tea Board Janaki Kuruppu, è "incrementare le entrate complessive, garantendo però la nostra immagine di qualità". Tuttavia, alcuni membri del governo hanno criticato tale proposta, che rischia di inquinare e compromettere la produzione complessiva della risorsa.

Il tè è arrivato in Sri Lanka nel 1849 grazie a uno scozzese, e da allora rappresenta il principale prodotto d'esportazione. Il cosiddetto "Pure Ceylon Tea" è altamente aromatico e pregiato, e per questo molto più costoso di altre varietà. Così, le aziende straniere tendono a miscelarlo con tè di qualità inferiore e quindi più economici, provenienti da Kenya, Indonesia e Cina, per venderli a prezzi inferiori.

"Lo Sri Lanka - sottolinea la Kuruppu - deve avere una visione realistica del mercato globale e trarre profitto dai procedimenti di miscelazione, senza perdere la sua reputazione di risorsa di tè pregiato e aromatico". Per questo, aggiunge, "qualsiasi tipo di tè importato per la miscelazione, sarebbe controllato con grande attenzione per assicurare standard elevati e preservare l'industria nazionale".

Nel 2011, il Paese ha venduto 323mila tonnellate di foglie di tè, ricavando 1,49 miliardi di dollari (circa 1,1 miliardi di euro). Secondo la presidente dello Sri Lanka Tea Board, immettendo sul mercato tè già miscelati, i guadagni aumenterebbero in maniera esponenziale.

Nel governo c'è però opposizione alla proposta. Di fronte a 200 delegati presenti alla conferenza Dilmah dei distributori mondiali di tè, tenutasi ieri a Colombo, il segretario del Tesoro P.B. Jayasundera ha dichiarato: "Il governo dello Sri Lanka non deve permettere che il nostro tè sia inquinato con varietà di scarsa qualità. Se c'è un prodotto che dovremmo preservare e proteggere a qualunque costo, è il nostro tè. Siamo certi che di poter sviluppare la nostra industria a livello locale, arrivando a guadagnare 3 miliardi di dollari (circa 2,3 miliardi di euro) nei prossimi 10 anni".