Yunnan, attacco suicida contro le demolizioni forzate
Una donna si è fatta scoppiare per criticare la demolizione della sua casa e lo sfollamento per fare spazio a una centrale idroelettrica. È la prima volta che avviene un attacco suicida sui problemi degli espropri. La Xinhua -contraddicendosi - dice che il suicida era un uomo e che non c'entra con il problema delle case.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) -  Una donna si è fatta esplodere davanti a un ufficio per le demolizioni a Baihetan (contea di Qiaojia, Yunnan). La popolazione locale sostiene che la donna ha compiuto il gesto estremo per disperazione perché la sua casa doveva essere demolita per costruire una stazione di energia idroelettrica. Ma la Xinhua afferma che la persona sucida era un giovane di 26 anni che non aveva nulla a che fare con il progetto e le demolizioni.

Il 10 maggio sera Xinhua ha dato la notizia  dicendo che una donna si era fatta esplodere  nell'ufficio di demolizione di Baihetan, prima di firmare l'accordo per il suo sfollamento in un'altra località. Ma ieri mattina ha diffuso un'altra notizia affermando che l'attentatore suicida era un giovane di 26 anni, Zhao Dengyong e che " si sta investigando se i suoi motivi fossero legati alla demolizione".

L'esplosione ha fatto tre vittime: una è  il responsabile dell'ufficio; altre due sono abitanti locali. Vi sono anche 16 feriti.

I giornali e la popolazione locale riportano che "il" suicida era in realtà una donna del villaggio di Pingzi, una delle aree dove dal 2004 è in atot la demolizione di case per fare spazio alla costruzione di una centrale idroelettrica. Tutti gli abitanti dei villaggi sono irati perché il governo offre un compenso di 60 - 80 mila yuan (circa 6-7mila euro) per mu (666 metri quadri), ma tutti sanno che il governo venderà la terra a un prezzo molto superiore.

Ieri era l'ultimo giorno per richiedere il compenso firmando l'accettazione per la demolizione, insieme alla promessa di essere rilocati altrove.

È la prima volta che in Cina avviene un attacco suicida per problemi legati alla demolizione e all'esproprio.

La requisizione delle terre o di case e il loro mancato pagamento sono la causa principale dei cosiddetti "incidenti di massa". Nel 1994 vi sono stati 8.700 di tali "incidenti". Nel 2006 ve ne sono stati 127mila. Nel 2010 le cifre si aggirano sui 180 mila casi.