Beirut (AsiaNews/Agenzie) - Concentrarsi sulle Costituzioni dei Paesi arabi, mettere le richieste per i diritti delle donne nelle Costituzioni e avere donne nei comitati costituzionali. Sono le prime richieste che avanzano le attiviste per i diritti delle donne nei Paesi arabi, quali sono emerse da un incontro di due giorni che si è chiuso ieri a Beirut.
Più di 50 partecipanti da Egitto, Tunisia, Yemen, Iraq, Sudan, Marocco, Giordania, Libia, Palestina e Libano si sono interrogate e hanno scambiato esperienze su come condividere strategie di utilizzo dei social media, come creare reti tra le organizzazioni femminili per discutere i settori sui quali gli attivisti dovrebbero porre la loro attenzione, a partire dalle Costituzioni, la sensibilizzazione di base e i sistemi educativi.
"Abbiamo discusso - ha detto al Daily Star Azza Kamel, presidente di Appropriate Communication Techniques for Development, una organizzazione non governativa egiziana - le sfide che sono di fronte alle donne arabe in questo periodo di transizione e specialmente di fronte al ruolo crescente dei movimenti fondamentalisti".
Per molte partecipanti la cosa più interessante è stata la possibilità di scambiare esperienze e imparare da alter donne come affrontare i problemi che esse hanno avuto in contesti differenti. "Anche se veniamo da culture diverse e abbiamo differenti livelli di potere - sottolinea Safa Rawieh, che guida la yemenita Youth Leadership Development Foundation - siamo qui perché vogliamo il cambiamento. Impariamo buone idee quando ascoltiamo come la gente del Marocco e della Libia ha guidato il cambiamento".
Amal Hadi, dell'egiziana New Woman Foundation, pone l'accento sulla politica: "abbiamo discusso le strategia per lavorare con i partiti politici, qualcosa che noi non abbiamo mai avuto". "Dopo Tahrir - aggiunge - non si può tornare indietro. Stanno usando la violenza sessuale contro le donne, test di verginità e molestie sessuali nei confronti dei manifestanti. Nonostante questo, le donne vanno ancora fuori, nelle strade"