Il gen. Fonseka è di nuovo libero: Dedicherò la mia vita allo Sri Lanka
di Melani Manel Perera
Per lui, forse un futuro in politica, come chiedono in molti. Ma tanti non vedono in lui “l’attitudine” del leader politico e giudicano la sua liberazione solo “una mossa” del presidente Mahinda Rajapaksa. Un sacerdote cattolico: “Per essere una guida per il Paese, dovrà agire senza vendetta e rispettare i diritti di tutte le etnie e religioni”.

Colombo (AsiaNews) - "Dedicherò la mia vita allo Sri Lanka. Spero di regalare un futuro migliore a voi e alle nuove generazioni, libero dalla corruzione. Prometto di portare la primavera alla nazione": sono queste le prime parole pronunciate dall'ex generale Sarath Fonseka, al momento della sua scarcerazione, avvenuta nella tarda serata di ieri. Ad attenderlo fuori dalla prigione di Walikada, dove ha scontato una pena di 30 mesi, quasi duemila persone, sventolando le bandiere nazionali e gridando "Lunga vita al nostro eroe e leader!". In tutto il Paese, la gente ha festeggiato la sua liberazione con fuochi d'artificio e fiere. Molti adesso vorrebbero vedere l'ex militare, vincitore della guerra contro le Tigri Tamil, di nuovo in politica. Tuttavia, non mancano perplessità tra i suoi stessi sostenitori, convinti che Fonseka non sia pronto a guidare lo Sri Lanka.

Candidato alla presidenza nel 2010, il suo arresto è avvenuto due settimane dopo le elezioni presidenziali, che hanno visto trionfare l'attuale presidente Mahinda Rajapaksa. Il voto è stato molto criticato, ed esponenti della società civile hanno denunciato brogli, uno spiegamento dell'esercito eccessivo e un mandato di cattura per il gen. Fonseka "già annunciato".

P. Maria Anthony, ex superiore provinciale dei gesuiti al momento in Pakistan, è tra i favorevoli a un ritorno di Fonseka in politica: "Dovrebbe ricandidarsi, sarebbe una sfida per l'attuale regime; ma senza vendetta, e rispettando i valori primari di tutte le religioni del Paese".

Secondo Nimalka Fernando, attivista per i diritti umani e avvocato, "il generale dovrebbe tornare in politica e allearsi con Ranil Wickramasinghe e Sambandan (leader dell'opposizione, ndr)". La donna ricorda poi che "il perdono 'concesso' dal presidente Rajapaksa non cancella il fatto che Fonseka è stato arrestato e imprigionato in modo illegale. Il generale deve istituire un caso contro il presidente e guidare una campagna per ripristinare lo Stato di diritto e l'indipendenza della magistratura".

Non è invece favorevole alla nuova discesa in politica Lester Jansz, srilankese che vive in Qatar. Egli afferma ad AsiaNews: "La sua liberazione è solo una mossa politica. Il presidente Rajapaksa sapeva della salute precaria del generale, e l'eventuale morte di Fonseka in prigione sarebbe stata l'inizio della fine del suo mandato". Inoltre, aggiunge, "non credo che il generale possa essere una buona guida per il Paese. È immaturo come politico; è abituato a dare ordini a dei militari, ma gestire un Parlamento, e un'opposizione, è del tutto diverso. Però, può offrire la sua esperienza per risolvere il problema della criminalità. Sempre che l'attuale governo glielo permetta".

È diffidente anche p. Reid Shelton Fernando, sacerdote cattolico. Secondo il religioso, per ricandidarsi alla presidenza deve prima provare di essere un vero leader. "Questo - spiega ad AsiaNews - può avvenire solo se combatterà la corruzione; se non sarà vendicativo; se avrà rispetto per i suoi avversari; se saprà perdonare i ribelli tamil ancora in prigione; se saprà allontanare tutti i nemici, anche quelli che avrà nel suo partito. E, soprattutto, se rispetterà i diritti di tutte le etnie e le religioni di questo Paese".