Wto: il protezionismo asiatico “minaccia” la crescita del continente
di Weena Kowitwanij
È quanto ha affermato il direttore generale Pascal Lamy, in occasione del Forum economico mondiale che si è aperto a Bangkok. E aggiunge: l’Asia potrebbe “non essere indenne”. Per gli esperti la Thailandia, Paese ospitante, deve risolvere tre problemi: corruzione, istruzione e burocrazia.

Bangkok (AsiaNews) - Il crescente "protezionismo" attuato dalle nazioni asiatiche è una "minaccia" per la crescita e anche il continente potrebbe "non essere indenne", in un futuro prossimo, alla crisi economica mondiale. È il campanello d'allarme lanciato oggi a Bangkok da Pascal Lamy, direttore generale dell'Organizzazione mondiale del commercio (Wto), in apertura del 21mo Forum economico mondiale sull'Asia dell'est, che si tiene per la prima volta in Thailandia.

All'insegna del tema "Plasmare il futuro della Regione attraverso la connettività", si è aperto oggi (fino al primo giugno) l'appuntamento internazionale cui partecipano 630 delegati, circa 200 in più del previsto, provenienti da 50 nazioni. Fra questi vi sono cinque capi di Stato o di governo, da Indonesia, Laos, Thailandia, Myanmar e Vietnam. Tuttavia, la figura che più ha catturato l'interesse di media e partecipanti è stata quella della leader dell'opposizione birmana Aung San Suu Kyi che ieri è intervenuta al forum, nel primo viaggio all'estero dopo 24 anni di confino.

Il discorso della premier Yingluck Shinawatra, dedicato alle "sfide e opportunità di sviluppo della Regione", ha dato il via ufficiale al 21mo Forum internazionale che ieri ha centrato l'attenzione proprio sul Paese ospitante, la Thailandia. Per gli esperti Bangkok deve risolvere i nodi legati all'istruzione, alla burocrazia e alla corruzione che costituiscono ancora oggi i principali ostacoli alla crescita.

Tornando all'intervento del direttore generale Wto, egli ha sottolineato le continue "interconnessioni" a livello globale che finiranno per colpire anche le nazioni asiatiche: "questa relativa immunità - ha detto Pascal Lamy - non potrà durare per sempre". Il protezionismo rappresenta "il rischio maggiore", in considerazione della posizione dell'Asia di principale esportatore nel resto del mondo. Per questo Lamy ha esortato i Paesi Asean - associazione che riunisce 10 nazioni del Sud-est asiatico, fra cui la Thailandia - a potenziare l'integrazione per fronteggiare rischi esterni.