Java centrale: prima assoluta di Soegija, docu-film sul vescovo “eroe nazionale”
di Mathias Hariyadi
La pellicola è incentrata sulla vita e la missione di mons. Albertus Soegijapranata SJ, primo prelato nativo indigeno e celebrato nella lotta per l’indipendenza. Tre anni di studio, due mesi di scrittura e uno di riprese, che hanno coinvolto 2.700 fra attori e attrici. Polemica degli islamisti: è un pretesto per diffondere il cristianesimo in un Paese musulmano.

Jakarta (AsiaNews) - I cattolici indonesiani possono assistere oggi alla prima assoluta del film-documentario "Soegija", incentrato sulla vita del defunto "eroe nazionale" mons. Albertus Soegijapranata SJ, primo nativo indigeno a ricoprire la carica di vescovo del vicariato apostolico di Semarang. La pellicola è prodotta dallo studio SAV Puskat Yogyakarta, casa audio-video di proprietà dei gesuiti, ed è girato quasi interamente nello Java centrale (clicca qui per vedere il trailer del film). Due i mesi di preparazioni necessari per girare le scene, mentre il lavoro di ripresa è durato circa un mese e ha coinvolto 2.700 fra attori e attrici, stranieri e indonesiani. Tuttavia, il lungometraggio ha scatenato una "controversia" con l'ala integralista islamica, che parla di "espediente" della Chiesa cattolica - il film - per diffondere il cristianesimo in un Paese a stragrande maggioranza musulmana.

Mons. Albertus è conosciuto e riverito fra i fedeli secondo il motto "100% cattolico, 100% indonesiano". Per realizzare un film sulla sua figura sono serviti tre anni di studio e ricerche, avviate per primo dal sacerdote gesuita p. Gregorius Subanar SJ durante il dottorato ricevuto all'università Gregoriana. E oggi, per la gioia della comunità cattolica locale, si tiene l'anteprima assoluta nelle sale e nei cinema.

Mons. Albertus Soegijapranata SJ è nato il 25 novembre 1896 a Surakarta, nello Java centrale. È stato uno dei primi studenti del missionario gesuita olandese p. van Lith SJ, che ha diffuso il seme della cristianità nella provincia ai primi del '900. Ordinato vescovo nel 1940, egli è considerato un eroe nazionale e proclamato tale da Sukarno, primo presidente della neonata Repubblica di Indonesia all'indomani del raggiungimento dell'indipendenza. Il prelato ha ricevuto il titolo onorifico a soli tre giorni dalla morte, avvenuta in Olanda nel 1963, in un momento di breve vacanza dai lavori del Concilio Vaticano II.

Il primo vescovo nativo indigeno ha difeso la Chiesa locale dall'invasione delle milizie giapponesi durante il conflitto, negli anni dal 1942 al 1945. Egli ha sfidato apertamente i soldati, invitandoli a tagliargli la testa piuttosto che cedere all'ordine di abbandonare la cattedrale di Semarang. Ottenuta l'indipendenza da Tokyo in seguito alla dichiarazione del primo presidente (Sukarno), mons. Albertus Soegijapranata SJ si è speso fin da subito per il riconoscimento del Paese presso il Vaticano; il suo sforzo è stato premiato da papa Pio XII e dalla Santa Sede, fra le prime nazioni straniere a riconoscere l'indipendenza dell'Indonesia nel panorama internazionale.

Ed è grazie a lui che sono sorti, nello Java centrale, due importanti centri per lo studio della fede cristiana e la preparazione dei futuri sacerdoti: il seminario minore di San Pietro Canisio a Mertoyudan (cfr. AsiaNews 04/06/12 Cattolici indonesiani celebrano il centenario del primo seminario minore) e il seminario maggiore di San Paolo a Yogyakarta.