L'uomo deve essere il centro dello sviluppo sostenibile
Una nota dell'osservatore permanente della Santa Sede sulla conferenza Rio+20. L'essere umano, al quale è affidata la buona gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnologia, né divenirne un oggetto. L'uomo non può essere visto come un ostacolo allo sviluppo. Grandi potenzialità e qualche rischio nella green economy.

New York (AsiaNews) - Al centro dello sviluppo sostenibile ci deve essere l'uomo, lo sviluppo umano integrale. E a tale scopo occorre ricordare che l'economia non è eticamente "neutra", perché ogni scelta economica ha una conseguenza morale. E' quanto ribadisce il Vaticano in una nota dell'osservatore permanente alle Nazioni Unite, che esprime la posizione della Santa Sede sulla conferenza delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile, Rio+20, che si tiene nella città brasiliana dal 13 al 15 giugno.

La conferenza, afferma il documento, "rappresenta un importante passo nel processo che ha significativamente contribuito a una migliore comprensione del concetto di sviluppo sostenibile e dell'interazione tra i tre noti pilastri di tale concetto: crescita economica, protezione dell'ambiente e promozione del benessere sociale".

Ma "la persona umana viene per prima. Dobbiamo ricordarcelo. Al centro di uno sviluppo sostenibile c'è l'uomo. L'essere umano, al quale è affidata la buona gestione della natura, non può essere dominato dalla tecnologia, né divenirne un oggetto. La realizzazione di questo obiettivo deve guidare gli Stati a riflettere insieme sul futuro di breve e medio termine del nostro pianeta, consci della loro responsabilità per la vita di ogni persona e per tecnologie che possono aiutare a migliorarne la qualità. Le priorità politiche ed economiche debbono essere l'adozione e la promozione, in ogni situazione, di modi di vita che rispettino la dignità di ogni essere umano e il sostegno di ricerche e utilizzazioni di fonti di energia e di tecnologie capaci di salvaguardare il patrimonio della creazione, senza provocare danni all'essere umano".

Per questo il Vaticano invita a "porre l'attenzione sul legame esistente tra lo sviluppo sostenibile e il progresso umano integrale. Bisogna tenere in considerazione, insieme al benessere sociale e materiale, ai valori etici e spirituali che guidano e danno un senso alle decisioni economiche e di conseguenza al progresso tecnologico, in quanto ogni decisione economica ha conseguenza morali. La sfera della tecnica economica non è eticamente neutrale, né per sua natura, inumana e antisociale. Essa appartiene all'attività dell'uomo e, proprio in quanto umana, deve essere strutturata e istituzionalizzata.

Serve, insomma, un cambiamento di mentalità per scoprire "l'arte di vivere insieme", uomo e natura, in un rispetto senza il quale "la famiglia umana rischia di scomparire"

Negli ultimi decenni, si legge ancora nella dichiarazione, ci sono stati grandi cambiamenti nella comunità internazionale, dovuti allo straordinario progresso scientifico e tecnologico, che tuttavia coesiste con "deviazioni e drammatici problemi" di numerosi Paesi e con la drammatico crisi economica e finanziaria dei nostri giorni.

Porre la centralità della persona come punto di partenza, inoltre, "aiuta a evitare i rischi connessi con l'adozione di un approccio neo-malthusiano, sterile e riduzionistico, che vede l'essere umano divenire un ostacolo allo sviluppo sostenibile. Non c'è conflitto tra la persona e il suo ambiente, ma piuttosto un patto stabile e indissolubile, nel quale l'ambiente condiziona la vita e lo sviluppo dell'uomo, mentre questi, a sua volta, perfeziona e nobilita l'ambiente con il suo lavoro creativo, produttivo e responsabile. E' questo patto che deve essere rinforzato".

Il Vaticano, infine, sostiene che la green economy ha la potenzialità di "dare un importante contributo alla causa della pace e della solidarietà internazionale". Essa va però applicata in modo da "essere chiaramente indirizzata verso la promozione del bene comune e la eliminazione della povertà a livello locale, elemento essenziale per lo sviluppo sostenibile". Va però posta attenzione a che essa non condizioni il commercio,  sviluppando forme latenti di "protezionismo verde" e che sia anch'essa mirata all'integrale sviluppo umano.