La “particella di Dio” è (anche) indiana
È stato Satyendra Nath Bose, fisico di Calcutta, ad aver teorizzato negli anni ’20 le particelle elementari indistinguibili, chiamate “bosoni” in suo onore. Ieri il Cern di Ginevra ha confermato l’osservazione del bosone di Higgs, che consente alla realtà di avere massa. Oltre 100 scienziati indiani hanno partecipato all’esperimento.

Mumbai (AsiaNews/Agenzie) - La "particella di Dio" ha un padre e non è (solo) il britannico Peter Higgs: si chiama Satyendra Nath Bose ed era un fisico indiano. È lui infatti - insieme ad Albert Einstein - che negli anni '20 ha studiato e teorizzato la statistica delle particelle elementari indistinguibili ("statistica di Bose-Einstein"), poi chiamate bosoni proprio in suo onore. Eppure, il mondo continua a festeggiare la scoperta del bosone di Higgs fatta ieri al Cern di Ginevra, e nessuno sembra ricordarsi di Nath Bose e del contributo fondamentale che il suo lavoro ha dato alla stessa teoria formulata da Peter Higgs negli anni '60.

Nato a Calcutta nel 1894, Satyendra Nath Bose era il primo di sette figli. Suo padre, Surendranath Bose, lavorava nel dipartimento di Ingegneria dell'East Indian Railway Company. Laureato in fisica e poliglotta (parlava in modo corrente bengalese, inglese, francese, tedesco e sanscrito), Satyendra Bose ha insegnato nell'università di Calcutta e in quella di Dhaka (attuale capitale del Bangladesh). È proprio in quegli anni che lo studioso indaga la legge di Planck, senza però fare riferimento alla fisica classica. Nel 1924, egli invia i risultati della sua ricerca ad Albert Einstein, descrivendo un modello statistico che porterà alla scoperta delle particelle elementari indistinguibili.

Ma anche in vita, Satyendra Nath Bose non ha ottenuto grandi riconoscimenti per i suoi studi: nonostante diversi scienziati abbiamo ricevuto il Nobel per la fisica per ricerche sui bosoni, l'Accademia svedese non ha mai conferito il Premio allo studioso.

Il bosone di Higgs è la particella che garantisce la massa a tutte le altre particelle subatomiche della materia, di cui la realtà è costituita. A ipotizzare per primo la sua esistenza è stato il fisico britannico Peter Higgs, nel 1964. Da allora, diversi studi si sono interrogati su come poterla riprodurre, per dare prova della sua esistenza. Ieri, il Cern di Ginevra ha confermato l'osservazione di tale particella, grazie agli esperimenti condotti con il superacceleratore Lhc (Large Hadron Collider). Ai più, il bosone di Higgs è noto come "particella di Dio", per via di un libro di fisica divulgativa di Leon Lederman, intitolato The God Particle: If the Universe is the Answer, What is the Question? (1993).

Circa 3mila scienziati e fisici da tutto il mondo hanno partecipato all'esperimento del Cern. Di questi, oltre 100 erano indiani.