Migliaia di islamisti in piazza contro la Corte suprema ostaggio dei militari
La Corte ha annullato ieri sera il decreto presidenziale per ripristinare il parlamento. Per gli islamisti la decisone รจ politica e non ha nulla a che fare con il rispetto della Costituzione. La maggior parte dei giudici sarebbe legata all'ex regime di Mubarak.

Il Cairo (AsiaNews/ Agenzie) - Migliaia di persone, guidate da leader islamisti, sono scese oggi in piazza Taharir per protestare contro la Corte suprema che ieri ha annullato il decreto legge emendato da Mohammed Morsi per ripristinare il parlamento a maggioranza islamista. La decisione della Corte dà una risposta al dilemma legislativo creatosi nei giorni scorsi dopo la firma del decreto presidenziale, ma apre un nuovo conflitto fra Fratelli musulmani e Consiglio supremo delle forze armate. Nei giorni scorsi i leader dei Fratelli musulmani hanno lanciato un appello ai loro sostenitori invitandoli a unirsi a loro nella lotta contro lo strapotere dei militari, accusati di colpo di Stato.

Secondo i sostenitori di Morsi, il giudizio della Corte è politico e consente ai militari di restare al potere per altri due mesi, fino alle nuove elezioni parlamentari. "Tutti i giudici fanno parte dell'ex regime - afferma uno dei manifestanti - non faranno mai qualcosa contro i militari".

Il decreto presidenziale di Morsi è stato una mossa simbolica per costringere l'establishment militare a cedere il potere ai civili come promesso all'indomani della caduta di Mubarak nel febbraio 2011. La seduta convocata ieri è durata solo pochi minuti ed è stata disertata da circa un terzo dei deputati, in gran parte membri dei partiti liberali e movimenti di sinistra contrari alla mossa dei Fratelli musulmani. Fonti locali affermano che se tale situazione continuerà in futuro l'Egitto diventerà ostaggio di due poteri contrapposti, che hanno a cuore solo i loro interessi e non il Paese. "Il sentore - affermano - è che nulla sia cambiato dopo un anno di Primavera araba".

Intanto, Morsi è atterrato questa mattina a Riyad (Arabia Saudita) nella sua prima visita ufficiale in un Paese straniero. A tutt'oggi i rapporti fra i Fratelli musulmani e il regno wahabita sono freddi. I custodi dei luoghi sacri dell'Islam guardano con sospetto alle prese di posizione più moderate degli islamisti egiziani. Le relazioni fra i due Stati sono peggiorate dopo le proteste delle scorse settimane organizzate da alcuni attivisti egiziani per chiedere le liberazione di un avvocato saudita per i diritti umani arrestato senza motivo dalle autorità di Riyad.