Scuole cattoliche contro “l’educazione nazionale” imposta da Pechino
Il cardinal Tong scrive ai presidi e ai supervisori degli istituti: “Andiamo avanti passo dopo passo”. E l’assistente diocesano per l’istruzione chiarisce: “Non introdurremo questa materia, almeno fino a che non avremo capito bene di che cosa si tratta. E non siamo obbligati a usare i fondi del governo”.

Hong Kong (AsiaNews) - Le scuole cattoliche del Territorio evitano "l'invito" del governo a introdurre le classi di educazione nazionale nei propri istituti. Antony Ip Sing-piu, assistente della diocesi per l'educazione, ha chiarito che le scuole che fanno capo alla Chiesa "non introdurranno questa materia nella maniera in cui è stata proposta". Almeno fino a che la commissione diocesana incaricata di studiare l'argomento non avrà concluso le linee guida sulla questione.

Ip ha poi aggiunto che gli istituti non useranno i 530mila dollari di Hong Kong (circa 46mila euro) offerti dal governo come incentivo all'istruzione e previsti nella contestata riforma dell'educazione osteggiata dalla Chiesa: "Siamo responsabili nei confronti dei genitori e degli studenti. Non dobbiamo usare per forza i fondi, anche se ci sono stati recapitati".

Secondo l'assistente, il vescovo del Territorio card. John Tong-hon ha scritto una lettera alcuni giorni fa ai presidi e ai supervisori delle scuole cattoliche in cui ha chiarito che "l'educazione nazionale" dovrebbe essere introdotta "passo dopo passo".

La nuova riforma scolastica - voluta dal governo dal 2002 e varata nel 2004 - prevede che in ogni scuola sovvenzionata da esso, vi sia un nuovo organismo, l' "incorporate management committee (Imc)", in cui vi sono rappresentanti eletti dei genitori e dagli ex alunni oltre a figure nominate dal governo. Essi sono gli ultimi responsabili dell'organizzazione della scuola.

Sebbene il 60% dei rappresentanti dovrebbe essere scelto dagli Sb, le Chiese cristiane temono che in questo modo la proposta educativa venga politicizzata; che il governo prima o poi venga a determinare i contenuti educativi e che infine gli Sb vengano emarginati.

Inoltre, sempre secondo la riforma, tutte le scuole di Hong Kong - dalle elementari in poi - devono inoltre approntare delle non meglio definite "classi di educazione nazionale", che dovrebbe essere trattata come una materia a parte. Lo scorso anno, parlando a un Forum sull'educazione nel Territorio, il vescovo emerito card. Joseph Zen Ze-kiun aveva attaccato questi argomenti che "non faranno altro che lavare il cervello agli studenti. Cosa si aspettano? Che approviamo l'operato del Partito comunista?".