Il porto di Dawei al centro della cooperazione fra Bangkok e Naypyidaw
Incontro bilaterale a Bangkok fra il presidente birmano Thein Sein e la premier thai Yingluck Shinawatra. Al termine dei colloqui sono stati sottoscritti tre memorandum di intesa. Priorità allo sviluppo dell’impianto che consentirà di aggirare lo Stretto di Malacca. Critiche degli attivisti: nessun accenno ai diritti umani o alla questione Rohingya.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) - Un comitato congiunto che dovrà vigilare sui numerosi progetti di  cooperazione economica fra i due Paesi, con una particolare attenzione al futuro del porto di Dawei, in territorio birmano, che verrà collegato alla costa orientale della Thailandia. Sono questi gli accordi di massima raggiunti al termine dei colloqui fra il presidente del Myanmar Thein Sein - in una tre giorni di visita ufficiale iniziata lo scorso 22 luglio - e il Primo Ministro thai Yingluck Shinawatra, tenuti ieri nella sede del governo a Bangkok. I due fronti hanno sottoscritto tre diversi memorandum di intesa, che riguardano anche un impegno crescente nella lotta contro il traffico di droga e prodotti di contrabbando. Di contro, non si è fatto cenno a questioni riguardanti i diritti umani nella ex Birmania o al drammatico esodo della minoranza Rohingya, oggetto di persecuzioni sistematiche e senza diritti di cittadinanza in Myanmar e considerati "boat people" dalla Thailandia, che rifiuta loro lo status di rifugiati politici.

Il comitato congiunto Thailandia-Myanmar sarà guidato da un comitato ministeriale con rappresentanti di entrambe le nazioni e si riunirà a partire dal mese prossimo, per affrontare tutti i nodi irrisolti, rafforzare la cooperazione e potenziale lo sviluppo della zona economia speciale di Dawei, dove sorge un polo industriale del valore (attuale) di otto miliardi di dollari ma con prospettive di sviluppo soprattutto per il governo di Bangkok.

Al termine di un faccia a faccia durato oltre 90 minuti, i leader dei due Paesi hanno firmato tre diversi memorandum di intesa: il primo ribadisce gli obblighi di Thailandia e Myanmar per lo sviluppo della zona economica di Dawei e del porto; il secondo riguarda il sostegno economico e infrastrutturale di Bangkok a Naypyidaw, in vista anche della presidenza Asean per il Myanmar nel 2014; da ultimo, la nascita di un forum per l'energia che dovrà esplorare nuove vie di cooperazione. La Thailandia, ha sottolineato la premier Shinawatra al termine dell'incontro, sosterrà l'industria del riso birmana e si prenderà cura dei lavoratori migranti birmani, trattandoli in modo "giusto" secondo "le leggi thai".

Il porto di Dawei, nel sud del Myanmar, è un progetto chiave per potenziare l'economia e il commercio thai; esso consentirebbe, molto più che alla controparte birmana, di velocizzare la spedizione delle merci thai (e dell'intera Indocina, compresi il Laos, la Cambogia e il Vietnam) verso ovest, direzione Oceano indiano, aggirando lo Stretto di Malacca e Singapore. Il progetto finale - la cui costruzione è affidata al gigante industriale Ital-Thai - potrebbe valere fino a 60 miliardi di dollari e si svilupperebbe su un'area di circa 250 km2, comprendendo anche un impianto petrolchimico e una raffineria. Tuttavia, il progetto è inviso alle associazioni ambientaliste e alle popolazioni locali, costrette ad abbandonare i villaggi di origine e le fonti di reddito derivate da pesca e agricoltura.