Ngaba, si dà fuoco e muore un altro giovane tibetano
È il terzo attivista deceduto in una settimana. Il giovane, 24 anni, ha compiuto il gesto nella piazza di Meruma, villaggio nomade a 20 km a est di Ngaba (Sichuan). Per evitare disordini la polizia ha circondato l'intera cittadina.

Lhasa (AsiaNews) - Un giovane tibetano di 24 anni è morto dopo essersi dato fuoco lo scorso 10 agosto a Meruma, piccolo villaggio nomade a circa 20 km a est di Ngaba (Sichuan), in protesta contro la repressione cinese in Tibet. Secondo fonti locali, Choepa è deceduto poco dopo il rogo. Per evitare disordini le autorità hanno sequestrato il corpo, consegnando in seguito le ceneri alla famiglia. In questi giorni la polizia ha circondato tutta la città per evitare emulazioni o rivolte.

Il giovane aveva partecipato il 23 gennaio scorso a una grande protesta organizzata a Meruma ed era riuscito a sfuggire all'arresto. Egli è il terzo attivista morto per auto-immolazione in una settimana. Il 7 agosto scorso a Kanlho (provincia di Gansu) una donna, Dolkar Tso, si è auto-immolata nel piazzale di un monastero. Lo scorso 6 agosto Lobsang Tsultrim si è dato fuoco nei pressi del monastero di Kirti (Ngaba) ed è deceduto pochi giorni dopo nell'ospedale di Barkham.

Dal febbraio 2009 sono 47 i religiosi e laici tibetani che si sono dati fuoco in protesta contro la repressione delle autorità cinesi che sorvegliano anche la pratica del culto e dispongono l'apertura e la chiusura dei monasteri. Gli attivisti pro-Tibet sottolineano che tali gesti estremi, condannati dal Dalai Lama, continueranno finché durerà la morsa sulla popolazione di origine tibetana. A tutt'oggi Pechino ha sempre  definito  coloro che si auto-immolano "terroristi, emarginati, malati di mente" e accusa il capo spirituale dei tibetani di incoraggiare il suicidio di questi giovani attivisti.