Pechino, la Corte Suprema cerca di mettere il bavaglio agli avvocati difensori
Un’interpretazione dei giudici più importanti del Paese sul nuovo Codice penale, che entra in vigore nel 2013, scatena le proteste delle associazioni legali: secondo la Corte, infatti, i giudici ordinari “possono sospendere fino a un anno gli avvocati dall’attività giuridica” in caso di “violazioni” non specificate. La nuova battaglia per la democrazia in Cina passa dai tribunali, e il Partito non la vuole perdere.

Pechino (AsiaNews) - La Corte Suprema del Popolo cinese ha proposto di dare ai tribunali ordinari la possibilità di "sospendere a proprio piacimento gli avvocati difensori" dall'attività giuridica fino a un anno per "violazioni" non meglio specificate. La proposta, che rientra in una controversa interpretazione del nuovo Codice di procedura penale, sembra voler impedire la difesa dei dissidenti e degli attivisti per i diritti umani.

L'interpretazione ha scatenato le proteste dei legali di tutto il Paese. Secondo un articolo apparso sui media nazionali, essa "dà ai giudici un'autorità che non hanno mai avuto": con il vecchio Codice, che sarà rimpiazzato nel gennaio del 2013, i giudici non potevano intervenire sugli avvocati.

Secondo il nuovo testo, le corti possono ora allontanare dall'aula i legali che "violano gli ordini del tribunale" ma sono gli uffici dei vari Procuratori che possono deciderne la sospensione. Il governo ha presentato il testo alla Corte Suprema, che ha stabilito invece queste nuove sanzioni molto più dure.

Le proteste riguardano anche la procedura con cui l'interpretazione è stata redatta: i giudici supremi hanno infatti inviato il testo soltanto alle corti locali chiedendone un "commento", ma non hanno reso pubblico il testo.

Esso è stato scoperto su Internet da alcuni cybernauti, che sono riusciti a "intercettarlo" e lo hanno fatto circolare. Subito dopo, la Corte Suprema ha stabilito che gli avvocati difensori non potranno usare in aula strumenti elettronici di alcun tipo, soprattutto quelli con la connessione alla Rete.

Questa manovra sottolinea il nervosismo delle autorità nei confronti del "nuovo fronte" della dissidenza, che può contare sempre di più del sostegno di diverse associazioni legali che contestano i soprusi del regime nelle aule di tribunali. La Costituzione cinese e diversi trattati internazionali sono infatti (sulla carta) molto democratici: il problema è la loro attuazione, che questa nuova generazione di avvocati sta cercando di pretendere dal regime.