Ong cristiana torna in Nepal, dopo le minacce dei maoisti
di Kalpit Parajuli
Dopo otto anni di lontananza, i volontari del progetto Usa Operation Pacific Angels hanno cominciato di nuovo a prestare servizio nel Paese. Arrivati in Nepal nel 1962, si erano allontanati nel 2004 per pesanti intimidazioni dei guerriglieri. In una sola settimana di lavoro, hanno già aiutato più di 4mila persone.

Kathmandu (AsiaNews) - Dopo otto anni di assenza, i volontari cristiani del progetto Usa Operation Pacific Angels tornano in Nepal, per occuparsi di sicurezza alimentare, sanità e progetti di sviluppo. I primi 20 membri sono giunti a Kathmandu il 9 settembre scorso, e in una sola settimana di lavoro sono riusciti ad aiutare 4.195 nepalesi, sparsi in varie zone del Paese. A queste persone, i volontari cristiani - coadiuvati da esercito e locali - hanno fornito assistenza medica gratuita, soprattutto pediatrica, oculistica e fisioterapica. Hanno poi prestato particolari cure alle donne incinte e alle puerpere.

Lanciato nel 1962 dal presidente Usa John F. Kennedy, nell'ambito del programma Peace Corps ha aiutato migliaia di cittadini nepalesi, in particolare gli abitanti delle zone più remote e dei villaggi. Nel 2004, gli Operation Pacific Angels sono stati costretti ad andarsene, a causa delle minacce ricevute dai guerriglieri maoisti. L'avvio del processo di pace nel 2006 non è stato sufficiente a far ripartire il progetto: solo quest'anno, con le garanzie fornite dal governo (maoista, ndr), i volontari hanno accettato di rientrare.

Per assicurare la sicurezza dei cristiani, Kathmandu ha schierato 200 soldati del Nepal Army, a cui si sono aggiunti membri dell'aviazione militare americana, australiana e mongola. "In questo modo - spiega il generale nepalese Chand - abbiamo voluto mostrare il nostro impegno alla pace e alla stabilità della regione, insieme al desiderio di rafforzare i rapporti tra i nostri Paesi e aumentare l'assistenza umanitaria nelle zone più disastrate".