Primavera araba in declino: insegnante copto condannato per insulti al presidente Morsi
Bishoy Kamel è stato condannato a tre anni di carcere per aver pubblicato su Facebook una vignetta su Maometto e a tre anni per presunti insulti al presidente Morsi. Una sentenza così dura non avveniva dai tempi della monarchia. I musulmani moderati si domandano se lo Stato è pronto a difendere con lo stesso fervore anche i simboli cristiani.

Il Cairo (AsiaNews) - Cristiani e musulmani moderati sono preoccupati e stupiti per la condanna a sei anni di carcere per Bishoy Kamel, insegnante cristiano copto arrestato il 30 luglio scorso per aver pubblicato delle vignette satiriche sull'islam e lanciato presunti insulti contro il presidente. Ieri, centinaia di salafiti galvanizzati dal clima di questi giorni si sono radunati davanti al tribunale del Cairo per linciare Kamel. Fonti vicine alla famiglia di Kamel raccontano che l'insegnante avrebbe già subito un pestaggio in carcere.

La sentenza è stata comunicata ieri, ma gli avvocati di Kamel hanno lanciato un appello per chiedere un nuovo processo in un'altra corte più imparziale. Nagui Damian, giovane cristiano copto cattolico, fra i leader della rivoluzione dei Gelsomini, sottolinea ad AsiaNews, che la notizia ha scosso cristiani e musulmani, che temono le strane prese di posizione del presidente. L'ultima persona condannata a tre anni per oltraggio al presidente risale ai tempi della monarchia di re Farouk deposto nel 1952.

Nagui Damian spiega che molti musulmani hanno protestato e scritto critiche su giornali e siti internet, definendo esagerata la pena di sei anni di carcere perché Kamel ha solo condiviso su Facebook dei disegni anche se offensivi nei confronti dell'Islam e rivolto presunti insulti al presidente Mohammed Morsi. Nei suoi trent'anni di governo, Mubarak era stato più clemente: nel 2007 Kareem Amer, giovane blogger era stato condannato a un solo anno per aver insultato il presidente. Altri casi di arresti per insulti all'islam o al presidente, si erano risolti con il pagamento di una multa e qualche mese di detenzione.

In queste settimane di continue manifestazioni contro gli Stati Uniti scatenate dal video blasfemo su Maometto, alcuni giornalisti musulmani si sono chiesti se una tale condanna sarebbe avvenuta se i disegni avessero raffigurato simboli di altre religioni, ad esempio quella cristiana. A tutt'oggi la domanda non ha ricevuto risposta da parte di nessuna autorità. Intanto, la polizia ha arrestato un altro attivista, Albert Saber, per aver condiviso su internet il trailer del film blasfemo su Maometto. 

Secondo Nagui Damian, le minoranze religiose e i moderati musulmani devono far sentire la loro voce, per evitare che la visione degli islamisti influenzi anche gli organi internazionali, offuscando i valori emersi durante la Rivoluzione dei Gelsomini. "Tutte le autorità religiose copte  - afferma - hanno criticato gli atti offensivi nei confronti della religione islamica. Per ogni egiziano, cristiano o musulmano, insultare la religione è un atto vergognoso che va punito, ma deve esserci imparzialità. Per questa ragione non ha senso la richiesta di una legge sull'islamofobia proposta all'Onu da alcuni leader musulmani. Lo Stato egiziano e la comunità internazionale devono difendere tutte le religioni, non una in particolare".