A Tbilisi si vota. L'ombra delle torture
Il partito del presidente Saakashvili si confronta con un'opposizione guidata dal ricco Bidzina Ivanishvili, vicino alla Russia. I segni di progresso scossi dalla diffusione di un video sul trattamento violento di alcuni prigionieri.

Tbilisi (AsiaNews/Agenzie) - Si sono aperte stamane le urne per le elezioni parlamentari in Georgia. Il partito del presidente Mikhail Saakashvili si confronta con un'opposizione guidata dal multi-milionario Bidzina Ivanishvili, che lo accusa di non essere democratico, dopo la diffusione di un video che mostra torture e abusi sessuali su alcuni prigionieri.

Da parte sua Saakashvili accusa il suo oppositore di voler vendere il Paese alla Russia, contro cui la Georgia ha combattuto una breve guerra nel 2008.

La Georgia, un Paese di circa 4,5 milioni di abitanti, si è liberata dal giogo sovietico nel 1991. Dal 2003 è governata da Saakashvili e da un governo vicino all'occidente, sostenuto dall'Europa e dagli Stati Uniti. Sotto il suo governo il Paese ha fatto dei passi di miglioramento (strade, elettricità, rapporti commerciali), ma rimangono enormi problemi per la disoccupazione (oltre il 16%) e per la povertà (circa il 25%; ma era al 51% negli anni passati). Saakashvili ha dovuto anche lottare contro un sistema corrotto fatto di bustarelle, che in 10 anni ha portato la popolazione carceraria da 6mila a 24mila.

A poche settimane dal voto, la reputazione del governo è stata messa in discussione da un video sul trattamento di alcuni prigionieri, picchiati con bastoni e sodomizzati. Il governo ha condannato il gesto, ma l'opposizione - insieme alla popolazione studentesca -accusa Saakashvili di essere un dittatore. Molta gente però rimane a sostegno del partito del presidente e giudica che il video sia stato prodotto apposta in occasione delle elezioni.

Il voto per il nuovo parlamento ha un certo valore perché la Georgia sta cambiando la costituzione, dando più potere al parlamento e al primo ministro e meno al presidente. Saakashvili concluderà il suo secondo mandato il prossimo anno. Per costituzione non può essere più presidente, ma molti pensano che grazie a una possibile vittoria del suo partito a queste elezioni, egli continuerà ad influenzare la politica del Paese.