Poso: rinvenuti i cadaveri di due poliziotti, timori di nuove violenze islamo-cristiane
di Mathias Hariyadi
Gli agenti stavano indagando su un recente attentato, che ha colpito la casa di un funzionario governativo cristiano. I corpi presentavano segni di ferite da taglio ed erano sepolti in una fossa, poco distante da un centro di addestramento islamista. Una bomba artigianale รจ esplosa vicino a una chiesa protestante.

Jakarta (AsiaNews) - La città di Poso torna alla ribalta per episodi di violenza e terrore legati - con molta probabilità - all'estremismo islamico, dopo anni di relativa calma in seguito all'accordo di pace sottoscritto nel 2002 fra gruppi musulmani radicali e movimenti cristiani protestanti. La città portuale delle Sulawesi centrali, in Indonesia, da qualche giorno è teatro di attacchi contro edifici appartenenti a cristiani e della misteriosa sparizione di due poliziotti, chiamati a indagare su un attentato avvenuto di recente. Ieri pomeriggio sono stati rinvenuti i cadaveri dei due agenti, uccisi a coltellate e sepolti in tutta fretta in una buca presente nel terreno.

Dei due esponenti delle forze dell'ordine - identificati col nome di Andi Safa e Sudirman, del distretto di Poso Pesisir - non si avevano notizia da una settimana circa; i cadaveri, gettati in una fossa, presentavano segni evidenti di ferite al collo, inferte con un'arma da taglio.

Dewa Parsana, capo della polizia nel comando delle Sulawesi centrali, ha confermato che i due agenti erano in missione speciale, per indagare sul recente attacco bomba che ha colpito l'abitazione privata di Okri Mamuaya, un funzionario governativo locale di fede cristiana. L'attentato è avvenuto il 9 ottobre scorso e ha causato danni materiali, ma non vi sono morti né feriti; gli inquirenti seguono la pista dell'estremismo islamico, che tenta di far divampare di nuovo tensioni etnico-religiose nell'area.

Secondo la ricostruzione, i due agenti sono scomparsi mentre rientravano al comando e solo ieri le forze di polizia hanno ritrovato i loro corpi. La zona dell'omicidio si trova nei pressi del villaggio di Masani, nelle foreste di Tamanjeka, distretto di Poso Pesisir, dove ha sede un popolare centro di addestramento per milizie paramilitari legate all'estremismo islamico. Per gli investigatori dietro l'assassinio vi sarebbe la mano del movimento fondamentalista Jamaah Anshorut Tauhid (Jat), fondato dal leader islamico Abu Bakar Baasyir e oggi guidato dal combattente musulmano Yasin.

All'attentato del 9 ottobre contro il funzionario cristiano locale, che ha causato danni materiali ma nessun ferito, è seguita una seconda esplosione che ha preso di mira un edificio poco lontano dalla chiesa protestante di Imanuel Taripa a East Pamona, sempre a Poso. Le forze dell'ordine temono nuovi attacchi e una escalation della tensione, che potrebbe sfociare in un conflitto aperto islamo-cristiano.

Fra il 1999 e il 2001 nelle Molucche si è combattuta una guerra sanguinosa fra cristiani e musulmani. Migliaia le vittime delle violenze; centinaia le chiese e le moschee distrutte; migliaia le case rase al suolo; quasi mezzo milione i profughi. Il 20 dicembre 2001 è stata sottoscritta una tregua fra i due fronti - nella zona cristiani e musulmani si equivalgono - firmata a Malino, nelle Sulawesi del Sud, attraverso un piano di pace favorito dal governo. Tuttavia, la tregua non ha fermato episodi sporadici di terrore che hanno colpito pure vittime innocenti; fra i vari casi ha sollevato scalpore e indignazione in tutto il mondo la decapitazione di tre ragazzine mentre si recavano a scuola, per mano di estremisti islamici nell'ottobre 2005 (cfr. AsiaNews 29/10/2005 Indonesia: 3 studentesse cristiane decapitate).