Riso di Fukushima: radiazioni troppo alte, il governo riduce le spedizioni
Nell’area di Nishifukuro, città di Sukagawa, il grano contiene 110 bequerel di cesio radioattivo: il limite è di 100 bequerel. Le spedizioni riprenderanno dopo aver controllato i 12 milioni di sacchi di riso della prefettura. Funzionari del ministero dell’Agricoltura: “Non ci saranno impatti sulla fornitura”.

Tokyo (AsiaNews/Agenzie) - Il Giappone ridurrà le spedizioni di riso provenienti da una zona della prefettura di Fukushima, per livelli radioattivi troppo alti riscontrati su un campione. Da quando il governo ha imposto nuove norme sui controlli, è la prima volta che un carico non supera gli standard di sicurezza. La restrizione interessa l'area di Nishifukuro, nella città di Sukagawa: il cereale esaminato contiene 110 becquerel di cesio radioattivo. Il limite è di 100 becquerel.

Funzionari del ministero dell'Agricoltura, le foreste e la pesca stanno controllando tutti i carichi di riso dell'area. Wataru Amano, del Dipartimento agricolo dell'Ufficio governativo di Fukushima, assicura che le spedizioni riprenderanno in modo regolare dopo aver confermato la sicurezza alimentare dei 12 milioni di sacchi di riso prodotti nella prefettura. "La restrizione - ha aggiunto - non avrà un impatto grave sulla fornitura di riso, perché l'area interessata fornisce meno dell'1% del produzione totale di riso a Fukushima".

Secondo il ministero dell'Agricoltura, nel 2011 la prefettura di Fukushima era il 7mo produttore di riso del Giappone, pari al 4,3% del raccolto nazionale. Tuttavia, la produzione è crollata del 20%, scendendo a 351.900 tonnellate, in seguito alla decisione del governo di limitare la semina, dopo l'esplosione della centrale nucleare di Fukushima.

L'11 marzo del 2011 un terremoto ha colpito le coste settentrionali del Giappone. Subito dopo si è scatenato uno tsunami che ha spazzato via le città e i villaggi nelle prefetture di Sendai, Miyagi e Fukushima e ha provocati ingenti danni ai reattori nucleari della centrale Daiichi. Nella tragedia sono morte più di 19mila persone. Le radiazioni emesse durante la parziale fusione del nocciolo della centrale hanno contaminato i prodotti della zona, dalle verdure, al latte, alla carne bovina.