In attesa del Congresso, il governo cinese isola il Tibet
Diverse fonti locali denunciano il blocco di ogni forma di comunicazione nelle aree da cui sono partite le auto-immolazioni. Ristretta la vendita di petrolio e di altri liquidi infiammabili persino a Lhasa.

Dharamsala (AsiaNews) - Il governo cinese ha imposto un blocco "quasi totale" dell'informazione nella Prefettura tibetana di Kanlho, dove nell'ottobre del 2012 sette cittadini tibetani hanno deciso di auto-immolarsi con il fuoco per protestare contro le politiche repressive dei comunisti e per chiedere il ritorno a casa del Dalai Lama. Lo denuncia il Tibetan Centre for Human rights and Democracy con sede a Dharamasala.

Secondo il Centro, le autorità locali hanno staccato le linee telefoniche e quelle di internet e hanno imposto un bando sulla vendita di sim card - necessarie per il funzionamento dei telefoni cellulari - a tutti i rivenditori della contea di Sangchu. Secondo una fonte locale, gli internet café sono stati sbarrati e le linee senza fili interrotte. Solo uscendo dall'area di Kanlho si torna a ricevere la linea.

Inoltre, le agenzie di pubblica sicurezza hanno ristretto la vendita di petrolio e di altri liquidi infiammabili in tutta la zona, rendendo molto difficile il normale trasporto su ruota. Gli stessi provvedimenti sono stati presi anche nelle contee che circondano la capitale del Tibet, Lhasa, e persino all'interno di alcune zone della città.

Secondo diverse fonti, questo giro di vite è stato ordinato in previsione del 18mo Congresso del Partito comunista, che si apre il prossimo 8 novembre a Pechino. Il governo teme una nuova ondata di auto-immolazioni - al momento se ne sono verificate circa 60 - in occasione dell'importantissimo summit politico che sancirà la nascita della "Quinta generazione" di leader comunisti. (NC)