Attivisti cattolici: in Vietnam violazioni “allarmanti” dei diritti umani
In un documento della Commissione di Giustizia e Pace, inviato alla Conferenza episcopale, emergono peggioramenti che toccano politica, società e finanza. Condanne ingiuste di innocenti, legislazione arbitraria, violenza per dirimere conflitti civili e corruzione sono solo alcuni fra i problemi. Il compito della Chiesa di promuovere la pace in Cristo nella garanzia di libertà religiosa.

Hanoi (AsiaNews) - La situazione dei diritti umani, delle libertà individuali, del cammino di democratizzazione del Paese, lungi dall'essere migliorate appaiono in continuo peggioramento e toccano il settore politico, economico, finanziario, i rapporti con l'estero e la stessa società. È quanto emerge da un nuovo rapporto redatto dalla Commissione nazionale vietnamita di Giustizia e Pace della Chiesa cattolica, inviato di recente alla Conferenza episcopale vietnamita. Trasmesso ai prelati il primo novembre scorso, questo nuovo documento - ancora più "critico" verso governo e autorità rispetto alle prime "annotazioni" diffuse il 15 maggio 2012 - è stato rilanciato ieri da Eglise d'Asie, che ne ha illustrato i principali contenuti. Al suo interno emerge una situazione "allarmante", come testimoniano alcune vicende specifiche: la condanna di tre giovani cristiani di Vinh, il processo a carico di tre famosi blogger, ancora l'arresto del capo della Banca commerciale d'Asia e il fermo di due celebri musicisti, perché ritenuti responsabili di "propaganda antigovernativa".  

Il documento degli attivisti cattolici analizza in modo critico la concezione dell'uomo nella società vietnamita di oggi, approfondisce l'educazione nazionale, denuncia la corruzione diffusa e le principali violazioni ai diritti umani. Esso è anche una risposta alla lettera pastorale per l'Anno della fede e si propone di presentare "alcuni aspetti della società" che sono fonte di "preoccupazione per l'opinione pubblica".

Nel primo punto emergono le "condanne ingiuste" a carico di innocenti o persone che vogliono solo promuovere la democrazia nel Paese. I membri di Giustizia e Pace sottolineano che "l'applicazione della legge non è ancora rigorosa", ma resta "arbitraria" e viola non solo le norme interne, ma pure "le dichiarazioni e i trattati internazionali che il Vietnam si è impegnato a osservare". Rispetto al rapporto del maggio scorso, la realtà "è peggiorata", così come continua il fenomeno del sequestro arbitrario di proprietà e terreni da parte delle autorità.

Inoltre, il governo usa la violenza per dirimere i "conflitti civili", mentre la corruzione è ormai un fattore caratteristico dell'economia che "avvantaggia un gruppo di privilegiati" a danno del resto della popolazione. Peggiorano povertà e crisi alimentari, in crisi le imprese tanto che oltre 40mila dall'inizio dell'anno sono state costrette a chiudere. Il Vietnam resta fra le nazioni "meno trasparenti" al mondo e anche la "sovranità nazionale" è in pericolo, minacciata dagli annosi conflitti con Pechino per i confini nel mar Cinese meridionale. Il più delle volte, denunciano gli attivisti cattolici, vengono siglati "accordi" o "patti" fra le autorità dei due Paesi tenendo all'oscuro la gente, nonostante le conseguenze nefaste di questi cosiddetti "legami di amicizia" che vengono siglati in campo economico e politico.

Vi sono poi le violazioni alla dignità umana, in una nazione che considera la persona alla stregua di uno "strumento". Un fattore aggravato dal sistema educativo, in ritardo rispetto ad altri Paesi e "mal orientato" che produce uomini "al servizio" delle autorità per il raggiungimento di "finalità politiche". A questo si unisce la mancanza di "libertà di espressione", dato che "i media appartengono allo Stato" e anche i nuovi mezzi di comunicazione, fra cui internet, vengono censurati, i blogger arrestati, fonti e informazioni - spesso - non sono verificabili.

L'ultima nota dolente riguarda la "libertà religiosa", garantita sulla carta, ma applicata e concessa "in modo assolutamente arbitrario". Vi sono "fenomeni significativi e problemi preoccupanti", in seguito ai quali i cattolici "non possono restare indifferenti rispetto alla situazione del loro Paese". Uno sforzo volto in direzione della pace "è un elemento essenziale della missione della Chiesa", concludono gli attivisti cattolici, perché testimonianza diretta "dell'opera di Cristo nel mondo".