Gerusalemme (AsiaNews) - Otto palestinesi sono stati uccisi questa mattina, mentre Israele continua i suoi raid aerei sulla Striscia di Gaza, al quarto giorno dell'operazione "Pilastro di difesa".
Quattro palestinesi sono morti nel quartiere di Zouhour a Rafah; tre membri delle brigate Ezzedin al-Qassam, il braccio armato di Hamas, sono stati uccisi nel campo profughi di Maghazi; un altro combattente è morto nel quartiere di Tel-al-Sultan a Rafah.
Secondo dati dell'esercito israeliano, dall'inizio dell'operazione, l'aviazione ha compiuto oltre 830 raid. La televisione d'Israele ha calcolato 180 raid nella sola notte scorsa.
Le milizie palestinesi hanno lanciato in questi giorni più di 350 razzi; 16 nella sola mattinata di oggi. Almeno 200 sono stati intercettati dal sistema di difesa Iron Dome. Questa notte il quartier generale di Ismail Haniyeh, capo di Hamas, è stato distrutto.
Il governo di Tel Aviv ha dato il via al richiamo di 75mila riservisti e ha bloccato le vie nord ed est di Gaza, ammassando truppe e carri ai confini, nella possibilità non esclusa di un intervento di terra. La popolazione palestinese della Striscia, vicina al confine, nel timore di assalti, è fuggita più a sud.
In questi quattro giorni di offensiva, sono già morti 38 palestinesi, fra cui molti civili; 280 sono feriti. Fra gli israeliani, sono morti tre civili.
La diplomazia internazionale compie qualche passo per frenare l'escalation. Ban Ki-moon, segretario generale Onu, ha chiesto a entrambe le parti di fermarsi per evitare ulteriori spargimenti di sangue. Egli ha promesso di visitare la regione quanto prima.
Ieri sera Barack Obama ha chiamato al telefono il premier israeliano Benjamin Netanyahu, confermando "il sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di difendersi" ed esprimendo "dispiacere per le perdite di vite civili israeliane e palestinesi".
Obama ha anche parlato con il presidente egiziano Muhammad Morsi per domandargli di esercitare la sua influenza per fermare Hamas. La stessa posizione, di coinvolgimento dell'Egitto, è sostenuta da Russia e Unione europea.
Egitto e Malaysia stanno cercando di trovare un mediatore internazionale per stabilire una tregua. Ieri il ministro egiziano degli esteri, Hisham Qandil, ha visitato per alcune ore la Striscia in segno di solidarietà verso i palestinesi, denunciando "l'aggressione israeliana". Quest'oggi anche il ministro tunisino degli esteri, Rafik Abdessalem, si è recato a Gaza.
Manifestazioni a favore di Hamas, sono avvenute ieri in Cisgiordania, Iran, Egitto, nei campi profughi del Libano e in Siria.
Nei territori occupati, Mahmud Abbas, presidente dell'Autorità palestinese, ha detto che l'offensiva israeliana non fermerà la domanda della Palestina per un riconoscimento all'Onu come Stato non membro, previsto per il 29 novembre.
Attivisti israeliani accusano Netanyahu di aver lanciato l'offensiva "Pilastro di difesa" per prepararsi a vincere alle elezioni politiche in programma per metà gennaio.