Caritas India: formiamo leader tribali e musulmani, per portare la pace in Assam
di Santosh Digal
Il progetto ha l’obiettivo di ristabilire armonia tra le due comunità, protagoniste delle violenze etniche nel luglio scorso. I disordini hanno causato 88 morti e 400mila profughi. Oltre alla formazione, la Caritas ha distribuito 60 quintali di riso e zanzariere a 2mila famiglie, accolte nei 10 campi allestiti dalla diocesi di Bongaigaon.

New Delhi (AsiaNews) - Un corso di formazione rivolto a 100 leader tribali e islamici dell'Assam, per stabilire armonia e pace dopo i violenti scontri etnici dello scorso luglio. Il progetto è della Caritas India, che sin dall'inizio dei disordini è stata in prima linea per prestare soccorso alle vittime, senza distinzioni religiose, etniche o di casta. "Una volta formati - spiega Patrick, un membro dell'organizzazione - questi leader potranno ispirare le rispettive comunità, per favorire una pacifica convivenza e il ritorno della gente nei loro villaggi". Le violenze tra tribali Bodo e coloni musulmani dell'Assam hanno provocato 88 morti e la fuga di circa 400mila persone, di entrambe le comunità.

In collaborazione con la Bongaigaon Social Service Society della diocesi di Bongaigaon, la Caritas ha distribuito zanzariere e 60 quintali di riso alle 2mila famiglie che popolano 10 campi profughi nella zona. I membri dell'associazione hanno fornito anche assistenza sanitaria di base e creato delle aree di gioco per i bambini.

Per il momento, la situazione è ancora lontana dalla normalità. Alcuni campi profughi accolgono più di 6mila persone, e non tutti sono registrati. I campi "regolari" ricevono aiuti da parte dello Stato, mentre quelli non registrati (la maggior parte) dipendono dalle donazioni. Intanto, la gente ha perso case, terreni e proprietà.

Le rivolte sono esplose nella notte tra il 21 e il 22 luglio scorsi, quando uomini armati non identificati hanno ucciso quattro giovani nel distretto di Kokrajhar, area popolata da Bodo. Per vendetta, alcuni tribali avrebbero attaccato dei musulmani, sospettandoli di essere i responsabili dell'uccisione. Le violenze sono esplose poi in modo incontrollabile, con gruppi diversi che hanno dato fuoco ad auto, case e scuole, sparando contro persone e in luoghi affollati.