Corea, al confine con il Nord torna l’albero di Natale
di Joseph Yun Li-sun
La tradizione era stata interrotta nel 2003 in base a un accordo di cooperazione fra Seoul e Pyongyang. Quest’anno il governo uscente di Lee Myung-bak concede il permesso: “Almeno le guardie di frontiera potranno godere un poco di libertà religiosa”.

Seoul (AsiaNews) - Dopo nove anni di latitanza, torna il grande albero di Natale al confine fra le due Coree. Il governo uscente di Lee Myung-bak, che cederà il posto alla neo-eletta Park Geun-hye, ha infatti concesso ad alcune chiese cristiane di montare il grande albero illuminato nei pressi della linea di demarcazione militare. La tradizione era stata interrotta nel 2003 come parte di un accordo di cooperazione inter-coreano.

Lo ha annunciato il portavoce del ministero della Difesa, Kim Min-seok, che ha parlato subito dopo l'annuncio della vittoria della Park: "L'albero sarà acceso dal 22 dicembre al 2 gennaio e sarà illuminato, in modo da poter concedere almeno alle guardie di confine del Nord un poco di libertà religiosa". A occuparsi dei dettagli sarà una congregazione evangelica di Seoul.

Secondo Kim "il governo vuole riprendere la tradizione che venne interrotta nel 2003 all'interno di un accordo di riconciliazione con il governo comunista". L'accordo è rimasto in vigore nonostante le provocazioni militari di Pyongyang sempre più pressanti: nel 2010 alcuni gruppi cristiani avevano preparato un'enorme torre che sarebbe dovuta divenire stabile ma che invece è stata abbattuta l'anno dopo, alla morte di Kim Jong-il.

In Corea del Nord non esiste libertà religiosa. I pochi luoghi di culto aperti a Pyongyang sono "specchietti per le allodole", edifici che vengono mostrati ai rari turisti ammessi nel Paese dove però non si pratica alcuna religione. I cristiani sono stati decimati dopo la divisione della penisola, al termine della Guerra di Corea, e la presa di potere da parte di Kim Il-sung. Fonti di AsiaNews parlano di "non più di 200mila cattolici" rimasti nel Paese.