L’economia scende ancora, Tokyo aspetta le soluzioni di Abe
Pubblicati i dati economici relativi a novembre: aumenta la deflazione e cala la produzione industriale. Il nuovo premier e il suo ministro dell’Economia puntano il dito contro la Banca centrale, che “non ha fatto abbastanza” per fermare la crisi.

Tokyo (AsiaNews) - L'economia è senza dubbio la sfida più importante per il nuovo governo nipponico, guidato dal "falco" Shinzo Abe. I dati relativi a novembre dimostrano infatti un calo ulteriore nel settore industriale per la terza economia al mondo, che se non trova il modo di tagliare il proprio debito pubblico rischia un crollo simile a quello degli anni successivi alla II Guerra mondiale.

Secondo i dati del ministero dell'Economia, del commercio e dell'industria (che nel Sol Levante è un unico dicastero, mentre quello delle Finanze è stato affidato dal nuovo premier al cattolico Taro Aso) la produzione industriale del Giappone è scesa a novembre dell'1,7 per cento rispetto al mese precedente, segnando il primo calo in due mesi. Il ministero ha sottolineato inoltre che la fabbricazione di macchine e le industrie di elettronica e il settore dell'informazione e comunicazione, tra gli altri, hanno contribuito al declino nell'indice.

La produzione di auto, camion e bus in Giappone è infatti calata dell'8,4% su base annua a novembre. Si tratta del terzo calo consecutivo legato alla flessione delle vendite domestiche dopo la fine degli incentivi statali in settembre. La produzione di auto è scesa a 767.530 veicoli a novembre dagli 838.128 dello stesso mese dello scorso anno, secondo i dati resi noti dall'Associazione giapponese dei produttori di auto.

La domanda domestica di veicoli è calata dello 0,4% a 393.942 veicoli. Le esportazioni di veicoli sono calate del 13,5% annuo, segnando il quarto calo mensile consecutivo, a causa della forza dello yen. Sono stati esportati 382.778 veicoli, in calo dai 442.672 dello stesso mese dello scorso anno.

Il problema rimane comunque la deflazione. Il nuovo ministro Aso ha accusato la Banca centrale del Giappone di "non aver fatto abbastanza" per fermare il fenomeno, che di fatto nasce dalla debole richiesta di beni e servizi che fa diminuire i prezzi. Il premier si è aggiunto al suo ministro e ha suggerito alla Banca centrale di stampare "illimitati" yen: la decisione potrebbe però precipitare il Paese nel turbine dell'inflazione.