Crisi economica e instabilità politica fattori di rischio per la crescita thai
di Weena Kowitwanij
Le previsioni per il 2013 parlano di un aumento del 4,5%. Tensioni internazionali e problemi interni, fra cui i costi dell’energia, freno allo sviluppo. Timori nel settore occupazionale: nei primi quattro giorni dell’anno persi 275 posti di lavoro. Analista economico boccia le politiche “populiste” dell’esecutivo.

Bangkok (AsiaNews) - Per il 2013 il tasso di crescita dell'economia thai dovrebbe attestarsi al 4,5%, confermando per il terzo anno di fila una lieve flessione motivata da elementi esterni e interni al Paese. È quanto prevedono gli esperti della Camera di commercio, che invitano a mantenere sotto stretto controllo alcuni "fattori di rischio" per impedire improvvisi tracolli. Padermchai Sasomsap, ministro del Lavoro, annuncia che solo nei primi quattro giorni di gennaio almeno 275 lavoratori hanno perso il loro impiego. Il lavoro, assieme alle politiche di sviluppo economico proposte dal governo - bollate come "populiste" da alcuni analisti - saranno infatti il vero banco di prova per l'esecutivo centrale a Bangkok.

Il governatore della Banca di Thailandia Prasarn Triratworakul dichiara che le previsioni di espansione del Pil (il Prodotto interno lordo) variano fra il 4,6 e il 4,7%. L'oscillazione del valore è legata ai risultati che potrà garantire il Fiscal Cliff approvato dal governo statunitense e gli sviluppi del debito pubblico in Europa. Una conferma del tasso di crescita al 5% con un margine che varia dal 4,5 al 5,5% a seconda dei periodi, arriva anche dal Dipartimento per la politica fiscale; al riguardo sarà fondamentale la crescita degli investimenti governativi e il rafforzamento generale del quadro economico internazionale, mentre si annuncia una flessione negli investimenti nel settore privato.

Per quanto concerne le famiglie, gli esperti annunciano un piccolo miglioramento dei redditi grazie anche alla scelta del governo di aumentare il salario minimo, fissato a 300 baht (circa 10 dollari) al giorno. L'inflazione dovrebbe invece aggirarsi attorno al 3%, con un margine variabile fra il 2,5 e il 3,5%. Per quanto concerne le esportazioni, nel 2013 il tasso di crescita annuale dovrebbe assestarsi al 7,3%.

Tra i fattori "a rischio" esterni segnalati dagli esperti, e in grado di influenzare il tasso di crescita dell'economia thai, vi sono: la crisi finanziaria dell'Eurozona e negli Stati Uniti; l'instabilità politica e le tensioni internazionali, come accade nel mar Cinese orientale dove Tokyo e Pechino si contendono il possesso di un gruppo di isole; la variabilità del tasso di cambio e i disastri naturali. Gli elementi interni al Paese sono la stabilità politica, la mancanza di lavoratori in determinati comparti industriali, gli effetti del capitale sull'aumento del salario minimo e la crescita dei costi di energia e trasporti.

Tuttavia, non mancano voci critiche verso il governo e le politiche economiche. Fra queste l'editorialista Saengthai Kauputhai, esperto di economia del settimanale Siamrat, secondo cui le scelte "populiste" dell'esecutivo incoraggiano una spesa che supera le reali possibilità delle famiglie.