Taipei accusa l'Unione Europea: togliete l'embargo solo per soldi

Chen Shuibian, presidente di Taiwan, accusa l'Ue di voler rimuovere l'embargo solo per motivi economici. Un diplomatico cinese smentisce l'ipotesi di un attacco militare cinese.


Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Il presidente di Taiwan, Chen Shuibian, ha duramente attaccato la proposta di diversi stati europei di togliere l'embargo sulla vendita delle armi alla Cina. In una video conferenza con alcuni deputati dell'Ue, Chen ha detto chiaramente che la proposta è dettata dalla paura di perdere occasioni economiche nel grande mercato cinese. "L'Europa non può parlare della questione senza avere coscienza dello stato di cose nello Stretto di Taiwan. L'unico motivo alla base della proposta di rimuovere l'embargo è la quantità di investimenti che l'Europa ha in Cina, e la paura di perderli".

Per Chen "la rimozione dell'embargo europeo può gravemente sbilanciare il bilanciamento militare sullo Stretto di Taiwan. Questa proposta è una chiara minaccia alla stabilità ed alla pace". Ha ricordato inoltre che che la Cina ha 700 missili balistici già puntati sull'isola.

Chen ha detto di non voler criticare l'atteggiamento dei singoli governi, ma ha detto che lui e tutti gli abitanti di Taiwan "sono molto amareggiati nel capire che molte nazioni hanno adottato un sistema duplice di valutazione dei diritti umani, della democrazia, della pace e della libertà".

Il leader di Taipei approva invece la politica congiunta di Giappone e Stati Uniti, i cui governi sono fermamente contrari alla rimozione dell'embargo. "Loro sono sul Pacifico", ha detto, "e sanno cosa succede e quale sia la realtà".

La polemica sulla rimozione dell'embargo si è inasprita in questi giorni, perchè è quasi certa l'approvazione della legge antisecessione, che verrà votata sabato 5 marzo all'Assemblea nazionale del popolo di Pechino. La legge autorizza un attacco militare verso Taiwan nel caso che l'isola si proclami indipendente.

Yang Wenchang, commissario del ministero degli Esteri ad Hong Kong, ha dichiarato che non ci sono le basi né la volontà di effettuare un attacco nei confronti dell'isola.

Secondo Yang "il vero problema è la politica di Chen Shuebian, presidente dell'isola, che vuole far diventare indipendente Taiwan. La legge anti-secessione è soltanto una risposta alla legge pro-indipendenza di Taipei". Ha poi aggiunto che "c'è molta speculazione su questa legge. Il governo vuole con forza una riunificazione pacifica. La legge è solamente un modo per dire a Taipei che bisogna smettere di essere separati. Comunque la Cina aspetta da 50 anni la riunificazione".