Mons. Warduni su rilascio Sgrena: "La Chiesa irakena non è mai stata assente"
Il vescovo ausiliare di Baghdad chiede di non dimenticare gli altri ostaggi irakeni e stranieri.

Baghdad (AsiaNews) - "Abbiamo parlato in segreto secondo le occasioni che ci venivano date e non abbiamo mancato mai di dire una parola di bene alle persone che potevano fare qualcosa". Lo ha detto ad AsiaNews mons. Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghad, riferendosi all'opera della Chiesa nel rapimento e liberazione della giornalista italiana Giuliana Sgrena.

Operazioni di questo tipo "non sono l'affare principale della Chiesa" ha aggiunto Warduni "ma partendo dai principi cristiani di amare tutti e di non fare del male ha nessuno, ci siamo occupati anche di questo". La Chiesa irachena - ha sottolineato il vescovo - non è mai stata assente "quando c'è da fare del bene".

Il 13 febbraio Giovanni Paolo II – che si è rallegrato della notizia della liberazione di Giuliana Sgrena – aveva lanciato un appello ai rapitori per il rilascio dell'ostaggio. "Penso che l'appello del Papa e l'opera della Chiesa abbiano influito in positivo nell'esito della vicenda" ha detto Warduni. "Quello della Chiesa è stato un mattone nella costruzione di un edificio".

Mons. Warduni invita a "non dimenticare gli altri ostaggi" in mano a rapitori che agiscono "per diversi motivi": "C'è chi vuole denaro, chi fa richieste politici, chi vuole interferire negli affari interni dell'Iraq e i terroristi stranieri". Tra i rapiti, mons. Warduni ricorda la giornalista francese  Florence Aubenas e Minas Ibrahim al-Yussufi, segretario generale del Iraq's Christian Democratic Party. "Chiedo all'Italia e all'Occidente" ha concluso mons. Warduni "che tutti operino per la libertà e il bene dell'Iraq e la pace nel paese". (LF)