Vitigni autoctoni birmani per enogastronomi e uomini d’affari
Due aziende si contendono la produzione in Myanmar, dove il nettare di Bacco resta una bevanda per pochi. Il costo medio di una bottiglia è di 11 dollari. Il vino è ancora “molto sperimentale”, ma nel prossimo futuro potrebbe svilupparsi come in altri Paesi dell’Asia. I funghi “il peggior nemico” dei produttori.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - "Chiunque è sorpreso nel vedere un vigneto proprio qui, nel mezzo del Myanmar, con macchinari e tecnologie moderne" afferma Francois Raynal, produttore dell'azienda Red Mountain nello Stato Shan, ma la viticoltura è ormai realtà. Anche nella nazione asiatica, a lungo isolata da un regime militare fra i più duri al mondo, teatro nell'ultimo anno di riforme politiche e sociali, il nettare di Bacco comincia a essere una bevanda ambita e richiesta. Per gli esperti la produzione birmana è sotto molti aspetti ancora oggi "molto sperimentale", ma nei prossimi anni potrebbe svilupparsi in modo positivo e seguire le orme tracciate, nel continente, da Cina, Thailandia e India.  

I vitigni della Red Mountain - di proprietà di un ricco uomo d'affari birmano - fruttano ogni anno una media di 120mila bottiglie, vendute al prezzo di 10mila Kyat (circa 11 dollari) l'una. Il prodotto è venduto a Yangon, Mandalay e Bagan (le principali mete del Paese) ed è diventato una sorta di attrazione per i visitatori stranieri, attirati da un vino autoctono in fascia tropicale. Sono soprattutto gli europei, dalla "forte cultura" in materia, a voler testare la loro bevanda preferita.

Il primo, grande pioniere della produzione vinicola in Myanmar è stato il tedesco Bert Morsbach, che ha dato il via al primo vitigno autoctono dopo un lungo peregrinare nel Sud-est asiatico. Si tratta del Aythaya, il cui quartier generale si trova vicino Taunggyi, capitale dello Stato Shan, e risulta essere assai apprezzato dagli imprenditori e businessmen birmani.

Il lavoro di Bert Morsbach è iniziato nel 1989, con l'esportazione di riso basmati; con il sequestro di terreni e affari ad opera di un ministro del governo in carica, emanazione della giunta militare al potere, egli ha deciso di dedicarsi alla produzione vinicola. Nel 1998 ha piantato 4mila vitigni, originari della Francia, nello Stato orientale Karenni. Poi, a causa della guerra fra esercito e ribelli, si è spostato nello Stato Shan. Per il 2012 la produzione si è aggirata attorno alle 100mila bottiglie, ma l'obiettivo per quest'anno è raddoppiare il numero. A patto di vincere la battaglia con il clima e soprattutto "i funghi", sottolinea il direttore di Aythaya Hans Leiendecker, che "sono il nostro peggior nemico".