Card. Gracias: Il nuovo papa sarà forse più giovane, ma continuerà l’eredità di Benedetto XVI
L’arcivescovo di Mumbai è uno dei 119 cardinali elettori. Il futuro pontefice dovrà proseguire il cammino di papa Ratzinger per affrontare fanatismo, materialismo e relativismo. Rendere la Chiesa universale “più attenta a Cristo” e “proclamare il Vangelo al mondo senza paura”.

Mumbai (AsiaNews) - "Continuare l'eredità di Benedetto XVI, a partire dalla nuova evangelizzazione". Per il card. Oswald Gracias, arcivescovo di Mumbai e presidente della Conferenza episcopale indiana (Cbci), è anzitutto questa la sfida che attende il nuovo papa, quello che verrà nominato dopo il 28 febbraio prossimo, quando Benedetto XVI lascerà il ministero petrino. Una scelta che, insieme allo stupore generale, spinge a chiedersi quali problemi e quali sfide dovrà affrontare il nuovo vescovo di Roma.

Il porporato indiano, classe 1944, è uno dei 117 cardinali elettori che siederà nel conclave per eleggere il successore di papa Ratzinger. Un ministero non facile, spiega ad AsiaNews, che tuttavia è già illuminato "dal chiaro programma lasciatoci da Benedetto XVI". La nuova evangelizzazione, prima di ogni altra cosa, "sulla quale il Santo Padre ha voluto anche convocare un Sinodo". Per questo, sottolinea l'arcivescovo di Mumbai, "portare avanti tutte le sue indicazioni, seguendo la giusta direzione, è importante", oltre a essere "l'unico modo per affrontare le sfide specifiche di questa epoca: il fanatismo, il materialismo, e anche il relativismo, di cui Benedetto XVI ha parlato spesso".

Accanto a questo, nota il presidente della Cbci, "un altro impegno che penso debba affrontare il nuovo papa è quello di rendere la Chiesa più attenta a Gesù Cristo, rendere presenti i valori del Vangelo. La Chiesa deve mantenere e rafforzare la propria leadership spirituale nel mondo".

Come presidente della Federazione delle Conferenze episcopali asiatiche (Fabc), il card. Gracias ha avuto spesso modo di discutere con il Santo Padre della Chiesa asiatica. Una realtà ancora giovane, sottolinea il porporato, che "gli è molto vicina, ma non ha bisogno di attenzioni particolari. Credo piuttosto che il papa debba concentrarsi su tutta la Chiesa universale, e certo ogni Chiesa trae insegnamento dalla sua guida".

Nella sua esperienza personale, racconta, "ho sempre sentito il sostegno e la forza di papa Benedetto XVI alla Chiesa indiana, e noi per primi cerchiamo sempre nuove e continue indicazioni dal papa e dalla Santa Sede". Proprio in questi giorni è in India il card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, che in qualità di delegato papale ha partecipato alle celebrazioni per i 25 anni della Cbci. "Da un certo punto di vista - spiega il card. Gracias - la sua presenza ci fa sentire il papa più vicino. Ogni volta che ho incontrato Benedetto XVI abbiamo parlato dell'India, del suo grande amore per questa terra, e di certo anche il prossimo papa nutrirà lo stesso amore e la stessa preoccupazione per il nostro Paese. Anche perché la Chiesa indiana ha bisogno e sarà molto felice di avere una continua collaborazione con il Santo Padre, oltre a ricevere indicazioni, consigli, direzione, guida e forza".

Tra le reazioni di questi primi giorni, alcuni sostengono che il nuovo papa dovrà essere più giovane di quanto non fosse papa Ratzinger al momento della sua elezione. Secondo il card. Gracias "a contare davvero è la qualità di una persona. Papa Benedetto XVI si è ritirato per la sua età, ma non per una questione anagrafica, bensì perché ha sentito sopraggiungere una debolezza fisica". Questa condizione, riconosce il porporato, "può arrivare quando si è in età avanzata, ma non è un'equazione matematica. Posso ipotizzare che il prossimo papa sarà più giovane di Benedetto XVI, ma in questo momento la cosa più importante è che sia una persona unica, dalla salda e profonda guida spirituale. E che proclami il Vangelo al mondo senza paura". (GM)