Una nuova sfida ai nipotini di Mao, che non riescono a nuotare nei fiumi inquinati
Sale la tariffa offerta ai quadri comunisti per mezz’ora di nuoto nei fiumi delle province più colpite dall’inquinamento: 300mila yuan, dopo i 200mila di tre giorni fa. I dirigenti non rispondono e puntano il dito contro “la spazzatura dei residenti”. Il governo sempre più alle strette.

Wenzhou (AsiaNews) - La popolazione cinese continua a sfidare i quadri del Partito comunista sull'inquinamento dilagante nel Paese. Dopo l'offerta dell'imprenditore del Zhejiang, arriva una nuova sfida sempre nella stessa provincia, ma diretta a un altro funzionario: 300mila yuan [circa 34mila euro] per nuotare 30 minuti in un fiume inquinato della città di Longgang. Il problema dell'inquinamento è sempre più sentito dalla popolazione, che imputa alle autorità e alla corruzione dilagante il peggioramento della situazione ambientale nazionale.

La nuova proposta è arrivata via internet. Un utente - che si firma "Wenzhou netizen" - ha caricato sul forum di discussione di Longgang un annuncio: "Tutte le vie d'acqua della città sono piene di acqua puzzolente e inquinata, che minaccia davvero la salute della popolazione. Data la situazione, offro 300mila yuan al capo dell'Ufficio per la protezione ambientale Su Zhongjie, se sarà in grado di nuotare per mezz'ora nel fiume inquinato". Allegato all'annuncio anche una piccola foto del fiume in questione.

Lin Kaixiao, utente del sito di microblogging Weibo (dove la "sfida" è stata subito rilanciata), commenta: "L'acqua del fiume arriva in tutto il centro cittadino e puzza in maniera terribile". Un altro commentatore, che vive nell'area, sostiene che le vie d'acqua sono inquinate da anni: "Quelli che vivono nei pressi dei fiumi sono circondati da una puzza insostenibile. D'estate non abbiamo il coraggio di aprire le finestre".

Lo sfidato, da parte sua, punta il dito contro l'inquinamento locale e non quello industriale: "La colpa è della spazzatura dei residenti. Avremo tolleranza zero per l'inquinamento delle acque". La stessa difesa d'ufficio del primo sfidato, Bao Zhenmin, che non ha accettato di nuotare nel fiume e ha puntato il dito contro i residenti per negare l'inquinamento che proviene da un'industria di pellami.

L'inquinamento, insieme alla corruzione, rimane il maggior problema del Partito comunista cinese. Le politiche lanciate nello scorso decennio dal presidente Hu Jintao e dal suo premier Wen Jiabao non sono riuscite a limitare il fenomeno, che mette a rischio la salute della popolazione e la situazione ambientale.

Il governo vuole infatti mantenere i ritmi di crescita economica degli ultimi anni, ma per farlo non può fermare la sovrapproduzione industriale, prima causa dell'inquinamento eccessivo. Il nuovo leader Xi Jinping - che entra in carica il prossimo marzo - ha più volte riconosciuto il problema, ma non ha per adesso annunciato alcuna strategia al riguardo.