Deriva “autoritaria” di Phnom Penh, a rischio la “fragile” democrazia
L’organismo indipendente Comfrel, che monitora la regolarità del voto, non nasconde i timori in vista delle elezioni generali di luglio. Il premier Hun Sen e il Partito popolare hanno soppresso le voci dissidenti e i partiti di opposizione. L’esecutivo respinge le critiche e parla di attacchi volti a compiacere le agenzie internazionali.

Phnom Penh (AsiaNews/Agenzie) - La Cambogia ha imboccato un deriva autoritaria e il processo di sviluppo politico della nazione in chiave multipartito ha subito una brusca interruzione. È quanto afferma nel suo rapporto annuale il Comitato per elezioni giuste e libere (Comfrel), in vista delle voto generale del luglio prossimo luglio in cui appare scontata la schiacciante vittoria del premier Hun Sen e del Partito popolare cambogiano (Cpp). Gli attivisti denunciano una "crescente fragilità" del sistema democratico, unita al "soppressione" delle voci dissidenti e dei partiti di opposizione a pochi mesi dal voto.

Il Comfrel - un organismo indipendente fondato alla vigilia del voto del 1993 - spiega che sotto l'egemonia dell'attuale Primo Ministro e del Cpp, il processo politico "mostra una tendenza all'autoritarismo" ed è concreto il pericolo di brogli elettorali. Il governo controlla i tribunali, le forze armate e la polizia, mentre le agenzie statali e i comitati di controllo mancano della necessaria imparzialità e indipendenza.

Koul Panha, direttore di Comfrel, spiega di aver redatto il rapporto nella speranza che venga preso in considerazione dal premier e dalle autorità, in un'ottica futura di maggiore equilibrio di poteri. Nel contesto di un maggiore pluralismo, gli attivisti auspicano anche la partecipazione al voto del leader dell'opposizione Sam Rainsy, al momento esiliato in Francia, che rischia fino a 12 anni di prigione in caso di ritorno in Cambogia.

Tuttavia, la risposta dell'esecutivo è secca e rispedisce al mittente le accuse. Il portavoce governativo Phay Siphan parla di un rapporto stilato per compiacere le agenzie internazionali, che vogliono "esercitare pressioni" su Phnom Penh. "Il Comfrel esiste in virtù dei fondi che riceve - accusa - ma il governo cambogiano è eletto dal popolo".