Oppressa dalla crisi, Cipro chiede l'intervento del patriarca Kirill
di Nina Achmatova
Secondo la stampa ellenica, il presidente Nicos Anastasiades ha chiesto all’arcivescovo Chrysostomos II di parlare con il Patriarca di Mosca per facilitare i negoziati tra Nicosia e il Cremlino sull’estensione del prestito da 2,5 miliardi di euro. Chiesa cipriota offre aiuti al governo per uscire dalla crisi.

Mosca (AsiaNews) - Nel piano "B" che Cipro sta cercando di definire per evitare il suo tracollo finanziario, vi è posto anche per la Chiesa ortodossa. In patria e in Russia. L'arcivescovo Chrysostomos II, capo della Chiesa cipriota, ha offerto i beni ecclesiastici e li ha messi a disposizione del governo per uscire dalla crisi, dopo che il 19 marzo il parlamento ha bocciato la proposta del governo di una tassa sui depositi bancari, come garanzia per ottenere dalla troika (Bce, Ue, Fmi) l'agognato piano di salvataggio da 10 miliardi di euro. "L'intera proprietà della Chiesa è a disposizione di questo Paese per impedire il collasso dell'economia", ha spiegato l'arcivescovo in un incontro con il presidente, Nicos Anastasiades. La Chiesa ha offerto di mettere l'ipoteca sulle sue proprietà sull'isola, per comprare i bond governativi. L'arcivescovo, però, non ha dato particolari sull'ammontare della cifra che spera di raccogliere. La Chiesa ortodossa è il più vasto proprietario terriero a Cipro e ha partecipazioni in diverse società, tra cui la Hellenic Bank, la quale ha asset stimati in decine di milioni di euro. 

La leadership di Cipro è alla disperata ricerca di una via d'uscita per evitare il fallimento dello Stato. Nicosia guarda come a un salvatore alla Russia, i cui oligarchi considerano da anni l'isola mediterranea una loro "cassaforte". La Federazione qui ha grandi interessi: si calcola che i russi, in diversi modi, vi hanno depositato complessivamente tra i 14 e 27 miliardi di euro. Il ministro cipriota delle Finanze Michalis Sarris è volato a Mosca, oggi 20 marzo, con l'obiettivo di chiedere un'estensione del credito da 2,5 miliardi di euro, accordato dalla Russia nel 2011 e che Nicosia dovrà rimborsare entro il 2016. Ma Mosca, irritata per non essere stata consultata sulla proposta della "tassa" sui conti correnti non sembra ben disposta. E qui ritorna in campo la Chiesa. Secondo l'agenzia greca di informazione ecclesiastica Romfea.gr, proprio nell'incontro con Chrysostomos, il presidente Anastasiades ha chiesto all'arcivescovo di fare appello al Patriarca di Mosca e di tutte le Russie, Kirill, perché interceda col governo russo per facilitare il negoziato.

In precedenza, ricordano le agenzie russe, il capo della Chiesa ortodossa di Cipro aveva criticato le politiche dell'Unione europea, accusando Bruxelles di "strangolare l'economia" dell'isola.