Kathmandu, il governo vara in segreto un'amnistia per salvare i criminali di guerra
di Kalpit Parajuli
La mossa ha suscitato le critiche dell'Onu. La nuova legge blocca i processi contro molti quadri dei partiti che compongono il parlamento. Essi sono accusati di crimini contro l'umanità.

Kathmandu (AsiaNews) - Con una mossa a sopresa il nuovo governo nepalese modifica le competenze della Commissione per la verità e la riconciliazione e garantisce un'amnistia agli imputati per crimini contro l'umanità avvenuti negli 11 anni di guerra civile fra monarchia indù e maoisti. La decisione del Primo ministro  Khilaraj Regmi serve per velocizzare i processi contro gli ex quadri maoisti e i membri del precedente regime monarchico, che bloccano il programma di riconciliazione.  La nuova legge, varata in segreto, ha suscitato le critiche di Onu e Unione Europea che accusano il nuovo esecutivo di irresponsabilità e di connivenza con gli autori dei crimini.

Navi Pillay, Alto commissario Onu per i diritti umani afferma "il governo non può costringere la società alla riconciliazione, che è un atto volontario che necessita di tempo e di adeguate misure legislative". Secondo il diplomatico, "tale amnistia oltre a violare i principale trattati di diritto internazionale mina anche i tentativi per costruire un reale clima di pace nel Paese". La Pillay contesta anche i modi con cui è passata la legge, varata senza alcuna consultazione con i rappresentanti della società civile, soprattutto con le associazioni che tutelano le famiglie delle vittime.

Ieri, i rappresentanti di Nazioni Unite ed Unione Europea che da anni supervisionano lo sviluppo del processo di riconciliazione nel Paese hanno chiesto al governo un passo indietro sulla nuova normativa. Per contrastare le critiche della comunità internazionale, Madhav Ghimire, ministro nepalese degli Esteri ha organizzato questa mattina un incontro con gli ambasciatori europei, nel quale difende la posizione del Nepal. Secondo fonti governative, i diplomatici nepalesi sono risoluti a non accettare le interferenze dell'Onu e avrebbero già inviato una nota contro le dichiarazioni di Navi Pillay  all'ufficio della Comissione Onu per i diritti umani.    

Il tema della riconciliazione e dei processi per crimini di guerra è stato una delle principali cause della caduta del precedente governo guidato dal maoista Baburan Bhattarai. In febbraio, per salvare i quadri del suo partito coinvolti nei massacri della guerra civile, il premier ha bloccato le indagini sulla morte di Dekendra Thapa, giornalista ucciso nell'agosto del 2004 a Dailekh dai guerriglieri maoisti, e i processi su altri casi di omicidio.

Nonostante la creazione nel 2007 della Truth and Reconciliation Commission, fondata in collaborazione con l'Onu, maoisti, comunisti e membri di spicco dei partiti conservatori coinvolti nei crimini si rifiutano di consegnare alla giustizia i quadri accusati di crimini contro l'umanità commessi negli anni della guerra civile. In questi anni molti di loro hanno fatto carriera politica, siedono in parlamento e hanno incarichi di Stato. Il controllo sui processi è stato introdotto dai governi di estrema sinistra. Nel 2010 ben 309 procedimenti penali sono stati archiviati dal governo guidato dai comunisti; 282 sono invece i casi revocati dall'esecutivo maoista fra il 2008 e il 2009.