La Domenica delle Palme di Papa Francesco: gioia, croce, giovani, in attesa di Rio de Janeiro
Il pontefice dà inizio ai riti della Settimana santa. L'incontro fra il papa e la folla in silenzio e nella preghiera. La gioia nasce dall'incontro con Gesù. L'invito a non lasciarsi prendere "dallo scoraggiamento". La croce di Cristo lava i peccati personali e quelli del mondo: "guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato" . "Non dobbiamo mai abituarci al male!". L'invito ai giovani a "portare la Croce ... per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell'inimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace". L'invito alla GMG di Rio de Janeiro.

Città del Vaticano (AsiaNews) - Almeno 50mila persone, in maggioranza giovani, hanno partecipato alla celebrazione della Domenica delle Palme in piazza san Pietro insieme a papa Francesco e a decine di cardinali, vescovi e sacerdoti. La folla è cresciuta però durante tutta la celebrazione fino a riempire quasi tutta via della Conciliazione: si fanno stime di 200mila fedeli.

La celebrazione di oggi comprende il ricordo di Gesù che entra in Gerusalemme, accompagnato dal popolo che agita le palme in festa e la Messa della Passione di Gesù, che  dà l'avvio ai riti solenni della Settimana santa. A differenza della messa di inaugurazione del suo ministero, il papa è entrato nella piazza seduto sulla jeep bianca, in silenzio e in preghiera. La gente non ha urlato, né applaudito, seguendo composta e attenta lo svolgimento del rito.

La messa della Domenica delle Palme coincide con la celebrazione 28ma Giornata della Gioventù,  che a livello mondiale si terrà a Rio de Janeiro (Brasile) dal 23 al 28 luglio. Per papa Francesco sarà forse il primo viaggio apostolico e il ritorno in America Latina come pontefice.

Dopo il lungo racconto della Passione di Gesù secondo san Luca - non cantata, ma recitata da tre diaconi, con il contributo del coro  - il papa ha tenuto la sua omelia in piedi. Franesco si è distaccato spesso dal testo scritto sottolineando, aggiungendo, muovendo le mani per dare forza a quanto diceva.

Ricordando la festa della gente per Gesù che entrava in Gerusalemme, egli ha sottolineato: "Gesù ha risvegliato nel cuore tante speranze soprattutto tra la gente umile, semplice, povera, dimenticata, quella che non conta agli occhi del mondo. Lui ha saputo comprendere le miserie umane, ha mostrato il volto di misericordia di Dio, si è chinato per guarire il corpo e l'anima. E ora entra nella Città Santa!". E a braccio ha aggiunto "Questo è Gesù, così Lui ci ama!". Poi  ha sottolineato "la prima parola: gioia!". "Non siate mai - ha detto - uomini, donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma dall'aver incontrato una Persona: Gesù, dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti! Noi accompagniamo, seguiamo Gesù, ma soprattutto sappiamo che Lui ci accompagna e ci carica sulle sue spalle: qui sta la nostra gioia, la speranza che dobbiamo portare in questo nostro mondo. Portiamo a tutti la gioia della fede!". E anche qui ha aggiunto a braccio: "Non lasciamoci rubare la speranza! Non lasciamoci rubare la speranza!". E prima aveva interrotto il discorso ricordando che "il diavolo viene, magari travestito da angelo", per staccarci dal nostro seguire Gesù.

Una "seconda parola" è "Croce. Gesù entra a Gerusalemme per morire sulla Croce".  E interrompendo ancora una volta il discorso, ricorda quanto Benedetto XVI ha detto una volta ai cardinali: "Voi siete principi, ma principi di un re crocifisso! Il trono di Gesù è la croce".

"Gesù - ha poi spiegato - non entra nella Città Santa per ricevere gli onori riservati ai re terreni, a chi ha potere, a chi domina; entra per essere flagellato, insultato e oltraggiato, ...; entra per ricevere una corona di spine, un bastone, un mantello di porpora, la sua regalità sarà oggetto di derisione; entra per salire il Calvario carico di un legno".

"Davanti a Pilato Gesù dice: Io sono Re; ma la sua è la potenza di Dio, che affronta il male del mondo, il peccato che sfigura il volto dell'uomo. Gesù prende su di sé il male, la sporcizia, il peccato del mondo, anche il nostro peccato, e lo lava, lo lava con il suo sangue, con la misericordia, con l'amore di Dio. Guardiamoci intorno: quante ferite il male infligge all'umanità! Guerre, violenze, conflitti economici che colpiscono chi è più debole, sete di denaro, di potere, corruzione, divisioni, crimini contro la vita umana e contro il creato! E i nostri peccati personali: le mancanze di amore e di rispetto verso Dio, verso il prossimo e verso l'intera creazione. Gesù sulla croce sente tutto il peso del male e con la forza dell'amore di Dio lo vince, lo sconfigge nella sua risurrezione". Parlando del denaro e del potere, ha interrotto il discorso e guardando l'assemblea ha sorriso dicendo: ""[Tanto] poi nessuno può portarlo con sé. Mia nonna diceva: il sudario non ha tasche"

"Cari amici - ha aggiunto - noi tutti possiamo vincere il male che c'è in noi e nel mondo: con Cristo, con il Bene! Ci sentiamo deboli, inadeguati, incapaci? Ma Dio non cerca mezzi potenti: è con la croce che ha vinto il male! Non dobbiamo credere al Maligno che ci dice: non puoi fare nulla contro la violenza, la corruzione, l'ingiustizia, contro i tuoi peccati! Non dobbiamo mai abituarci al male!... E non dobbiamo avere paura del sacrificio. Pensate a una mamma o a un papà: quanti sacrifici! Ma perché lo fanno? Per amore! E come li affrontano? Con gioia perché sono per le persone a cui vogliono bene. La croce di Cristo abbracciata con amore non porta alla tristezza, ma alla gioia!".

Un'ultima "parola" è rivolta ai giovani. "Cari giovani - ha detto -  vi immagino a fare festa intorno a Gesù, agitando i rami d'ulivo; vi immagino mentre gridate il suo nome ed esprimete la vostra gioia di essere con Lui! Voi avete una parte importante nella festa della fede! Voi ci portate la gioia della fede e ci dite che dobbiamo vivere la fede con un cuore giovane, sempre, anche a settanta, ottant'anni! Con Cristo il cuore non invecchia mai! Però tutti noi lo sappiamo e voi lo sapete bene che il Re che seguiamo e che ci accompagna è molto speciale: è un Re che ama fino alla croce e che ci insegna a servire, ad amare. E voi non avete vergogna della sua Croce! Anzi, la abbracciate, perché avete capito che è nel dono di sé che si ha la vera gioia e che è con l'amore che Dio ha vinto il male. Voi portate la Croce pellegrina attraverso tutti i continenti, per le strade del mondo! La portate rispondendo all'invito di Gesù «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (cfr Mt 28,19), che è il tema della Giornata della Gioventù di quest'anno. La portate per dire a tutti che sulla croce Gesù ha abbattuto il muro dell'inimicizia, che separa gli uomini e i popoli, e ha portato la riconciliazione e la pace".

"Cari amici - ha aggiunto -  anch'io mi metto in cammino con voi, sulle orme del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Ormai siamo vicini alla prossima tappa di questo grande pellegrinaggio della Croce di Cristo. Guardo con gioia al prossimo luglio, a Rio de Janeiro! Vi do appuntamento in quella grande città del Brasile! Preparatevi bene, soprattutto spiritualmente nelle vostre comunità, perché quell'Incontro sia un segno di fede per il mondo intero".

"I giovani - ha aggiunto a braccio, agitando le mani - devono dire al mondo: è buono seguire Gesù, andare con Gesù, è buono uscire di se stessi e andare alle periferie del mondo per condividere".

Francesco ha poi concluso con un'esortazione a vivere "la gioia di camminare con Gesù, di essere con Lui, portando la sua Croce, con amore, con uno spirito sempre giovane! Chiediamo l'intercessione della Vergine Maria. Lei ci insegna la gioia dell'incontro con Cristo, l'amore con cui lo dobbiamo guardare sotto la croce, l'entusiasmo del cuore giovane con cui lo dobbiamo seguire in questa Settimana Santa e in tutta la nostra vita. Così sia".

Prima della conclusione della messa, Francesco ha invitato tutti alla preghiera dell'Angelus.

"Al termine di questa celebrazione, invochiamo l'intercessione della Vergine Maria affinché ci accompagni nella Settimana Santa. Lei, che seguì con fede il suo Figlio fino al Calvario, ci aiuti a camminare dietro a Lui, portando con serenità e amore la sua Croce, per giungere alla gioia della Pasqua. La Vergine Addolorata sostenga specialmente chi sta vivendo situazioni più difficili. Un ricordo va alle persone affette da tubercolosi, poiché oggi ricorre la Giornata mondiale contro questa malattia. A Maria affido in particolare voi, carissimi giovani, e il vostro itinerario verso Rio de Janeiro". "A luglio a Rio! - ha aggiunto con enfasi -  Preparate spiritualmente il cuore! Buon cammino a tutti!".

 E invece di leggere le traduzioni del testo in tutte le lingue, dice il "buon cammino a tutti!" in francese, tedesco, inglese, spagnolo e polacco.

Alla fine, svestito dei paramenti e in abito bianco, papa Francesco è montato sulla jeep scoperta e facendo un lungo giro nella piazza, ha salutato tutti i presenti, fermandosi a baciare una innumerevole serie di bambini che i genitori gli porgevano e scambiando qualche battuta con un gruppo o l'altro.