Cina: minorenni il 19 % dei sospettati di crimini gravi

Pechino (AsiaNews/Agenzie) - In Cina, quasi il 19 % delle persone sospettate di reati nel 2003 erano minorenni: un aumento dell'11,8 % rispetto al 2000. I dati relativi alla criminalità minorile sono stati evidenziati da Huang Jingjun, delegato dell'Assemblea nazionale del popolo, che ne ha parlato dei  durante la sessione plenaria. La criminalità minorile è inoltre di stampo violento. Huang ha riportato l'esempio di un centro di detenzione minorile, in cui il 77 % dei detenuti sconta la pena per crimini violenti, mentre l'11 % per reati a sfondo sessuale. Nel suo rapporto all'Assemblea, il delegato ha parlato anche delle cause di questo disagio giovanile, che sono state individuate in scarsa scolarizzazione, mancanza di attenzione da parte dei genitori e nell'assenza di una legislazione preventiva nei confronti dei minori. Inoltre, sono sotto accusa la droga, oramai di facile reperibilità in Cina, e il facile accesso alla pornografia.

Queste cause, per Huang, sono direttamente collegate al divario fra ricchi e poveri all'interno della Cina.

Per il delegato, "un gran numero di giovani, senza compagnia e senza nulla da fare, gira per le strade senza alcun controllo. Diventano così una sorta di forza di riserva della criminalità minorile".

Xiao Yang, presidente della Corte suprema del popolo, ha invece riportato i dati relativi ai processi ed alle sentenze. In Cina, nel 2004, 145.000 persone sono state condannate a morte o a lunghe pene detentive. I condannati per reati "gravi" sono stati oltre 700.000, il 19 % dei quali ha subito la condanna a morte, al carcere a vita o comunque a pene superiori ai cinque anni di prigione. Il dissenso politico, anche se pacifico, rientra nel novero dei reati definiti "gravi". 'Minacce' o 'messa a repentaglio' della sicurezza statale è la formula giuridica con la quale  il regime comunista cinese legittima la detenzione di dissidenti e oppositori.