Gujarat, famiglia nepalese si dà fuoco contro la demolizione della casa
di Kalpit Parajuli
Il fatto è avvenuto in un sobborgo di Rajkot. Nel rogo sono rimaste coinvolte cinque persone. Due sono morte. Sopravvissuti e vicini di casa puntano il dito contro il governo locale interessato all'area. Originaria del Nepal occidentale la famiglia aveva occupato il terreno 35 anni fa.

Kathmandu (AsiaNews) - Un'intera famiglia nepalese si dà fuoco a Rajkot (Gujarat, India) per protestare contro la demolizione della sua abitazione e di tutta la zona, ordinata dal comune. Due dei cinque componenti che hanno scelto il gesto estremo sono morti questa mattina in uno degli ospedali della città, gli altri tre versano in gravissime condizioni.

Il fatto è avvenuto ieri in uno dei sobborghi di Rajkot che con i suoi 1,6 milioni di abitanti è la quarta città del Gujarat. Nei giorni scorsi la Rajkot Municipal Corporation aveva notificato alla famiglia nepalese originaria di Accham, nel Nepal occidentale, l'ordine di abbandonare la propria casa, perché costruita illegalmente, anche se essa  abitava in quel luogo da oltre 35 anni. L'ordine di demolizione sarebbe stato eseguito entro i prossimi giorni. Ieri notte cinque dei sette membri della famiglia si sono cosparsi di benzina davanti all'entrata della baracca. Altri due hanno tentato di imitarli, ma la polizia li ha fermati.

Prakash Poudel, giornalista nepalese residente a Mumbai, spiega che "dopo l'incidente gli altri abitanti del quartiere hanno protestato contro la decisione di evacuare la zona". Le manifestazioni sono ancora in corso e avrebbero portato in strada centinaia di persone.

Secondo l'Hindustan Time, i membri sopravvissuti della famiglia hanno dichiarato di aver subito continue vessazione  da parte dei funzionari comunali. Uno di loro afferma: "Siamo stati molestati dai rappresentanti della municipali, da membri della società di costrizione e anche da diversi politici locali. Essi hanno detto che la nostra casa era abusiva. Hanno minacciato di demolirla davanti a noi, per questo siamo stati costretti a compiere un gesto così estremo".  

Janak Kotak, sindaco di Rajkot, respinge le accuse e sostiene che l'ordine di demolizione non sarebbe stato eseguito a breve. Il politico assicura che verrà fatto il possibile per individuare e punire coloro che hanno fatto pressioni sulla famiglia.  

I membri del Congress Party, all'opposizione nello Stato del Gujarat, puntano il dito contro il governo guidato dal Rashtriya Janata Party, partito estremista indù, accusato di spingere persone al suicidio con la sua politica di espropri sugli immigrati, anche di seconda generazione.