Pechino vara la legge anti-secessione contro Taiwan
Con 2896 voti favorevoli e 0 contrari, il parlamento cinese autorizza l'uso di "mezzi non pacifici" per contrastare l'indipendenza di Taiwan. L'assemblea ha inoltre eletto il presidente Hu capo di tutte le forze militari.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – L'Assemblea nazionale del popolo (Anp) ha approvato oggi la legge anti-secessione che ammette l'uso della forza contro l'isola di Taiwan. Il provvedimento è passato con 2896 voti favorevoli, 2 astenuti e 0 contrari.  Il testo delle legge dice che Pechino può usare "mezzi non pacifici ed ogni altra misura necessaria per proteggere la sovranità e l'integrità nazionale della Cina". La legge dice inoltre che queste azioni potranno essere usate "nel caso in cui le forze secessioniste  per l'indipendenza di Taiwan agiscano, sotto qualsiasi nome o con qualsiasi mezzo, per cercare l'indipendenza".

La legge non specifica quali siano i "mezzi non pacifici", ma gli analisti ritengono che la dicitura comprenda tutto, dall'embargo all'attacco missilistico fino all'invasione totale dell'isola. La legge ha effetto immediato.

Il primo ministro cinese, Wen Jiabao, ha detto che la legge aiuterà a raggiungere un accordo con Taipei, e non sarà la causa di una guerra. La Cina spera che la legge possa fermare il presidente Chen Shuibian dal portare avanti il progetto pro-indipendenza nel suo secondo ed ultimo mandato, che scade nel 2008.

L'Anp ha inoltre approvato ieri la nomina del presidente Hu Jintao a presidente della Commissione militare centrale. La nomina è avvenuta con 2886 voti a favore, 6 voti contrari e 5 astenuti. Il voto rappresenta la fine del processo del cambio generazionale fra Jiang Zemin e l'attuale presidente. Hu, 62 anni, ha preso il posto di Jiang, 78 anni, come capo del Partito Comunista cinese nel novembre del 2002, ed è stato eletto presidente della Cina nel marzo 2003. Con la nomina, che lo mette a capo di tutte le forze militari cinesi, Hu – che appartiene alla cosiddetta Quarta Generazione - detiene tutte le massime cariche del Paese.