Campagna per vescovi cinesi: autorevoli adesioni da Europa e Usa

Presentata al Parlamento europeo la richiesta di intervenire per la loro scarcerazione. I vescovi cattolici americani alla Cina: Trattate i vescovi e preti come criminali.


Roma (AsiaNews) - La campagna di AsiaNews per la liberazione di 19 vescovi e 18 sacerdoti detenuti a diverso modo dal governo cinese ha ricevuto in questi giorni ulteriori, importanti adesioni dal Parlamento europeo e dalla Conferenza episcopale americana.

Oggi Mario Mauro, vicepresidente del Parlamento europeo, ha chiesto che l'assise di Strasburgo assuma "un'iniziativa d'urgenza" in favore dei vescovi e sacerdoti cinesi sotto custodia. "Temo che in Cina sia in atto una vera e propria azione di 'purificazione' religiosa dove chi riconosce la Chiesa cattolica e il Papa è emarginato o arrestato" scrive Mauro in un messaggio a Hans-Gert Poettering, presidente del Partito popolare europeo. "Il Parlamento europeo" sottolinea Mauro "non può rimanere indifferente a questa drammatica situazione". Per questo il parlamentare italiano conclude la sua lettera confidando che "la prossima Conferenza dei Presidenti prenda le adeguate misure al fine di aiutare i 37 fra vescovi e sacerdoti a cui le autorità cinesi negano la libertà nell'esercizio delle loro funzioni".

Nei giorni scorsi, un altro autorevole, indiretto appoggio alla campagna di AsiaNews per la liberazione dei religiosi sotto arresto in Cina è arrivata dai vescovi cattolici americani. Mons. John H. Ricard, presidente della sezione esteri della Conferenza episcopale americana, ha inviato una lettera all'ambasciatore cinese a Washington chiedendo "informazioni sui vescovi e i preti imprigionati" in Cina.

Nel suo messaggio – inviato l'11 marzo – mons. Ricard manifesta a Yang Jiechi, ambasciatore negli Stati Uniti, "la grave preoccupazione di numerose persone in tutto il mondo per l'ostile trattamento accordato dal vostro governo verso diversi vescovi e preti cattolici" secondo le notizie ricevute "dalle fonti più attendibili". Il prelato americano lamenta il fatto di non aver ricevuto dal diplomatico di Pechino nessuna risposta a precedenti richieste di chiarimenti sull'arresto di personale ecclesiastico in Cina. "Posso sperare - chiede mons. Ricard a Yang - che lei prenderà in seria considerazione la richiesta di ricevere informazioni sulla condizione e la salute di questi vescovi, la maggior parte dei quali anziani e malati, e dei sacerdoti?".

Mons. Ricard conclude la sua lettera affermando che i vescovi e i sacerdoti sotto arresto si sono rifiutati "per motivi di coscienza" di registrarsi nell'Associazione patriottica, ma nonostante ciò sono "cittadini cinesi seri, responsabili e anche patriottici che meritano molto di più che essere trattati da criminali". (LF)