Shanghai (AsiaNews) - Si sono svolti stamane i funerali civili del vescovo ufficiale di Shanghai, mons. Aloysius Jin Luxian, morto a 97 anni lo scorso 27 aprile. La diocesi ha ricevuto un messaggio da parte del Vaticano e uno dalla diocesi di Hong Kong, che però non sono stati resi pubblici oggi.
I funerali religiosi del vescovo si erano tenuti nella cattedrale di S. Ignazio a Xujiahui lo scorso 29 aprile. Ad esso non aveva potuto partecipare mons. Taddeo Ma Daqin, vescovo ausiliare della diocesi, costretto agli arresti domiciliari, dopo aver deciso di uscire dall'Associazione patriottica. La messa del funerale era stata però esente anche dalla presenza di vescovi illeciti, permettendo una partecipazione tranquilla dei fedeli e dei sacerdoti.
Alla cerimonia di oggi hanno partecipato le autorità del governo, un centinaio di sacerdoti e circa 2mila persone, tutte radunate a Longhua nella grande sala per i funerali . Dopo alcuni discorsi delle autorità, vi è stata una lunga memoria del vescovo e della sua vita da parte di p. Ignazio Wu Jianlin, responsabile del Comitato di coordinamento diocesano (v. foto). Lo stesso p. Jianlin aveva presieduto la messa per il funerale religioso. Egli era stato nominato da mons. Jin dopo l'arresto di mons. Ma.
Alla fine dei discorsi, le autorità hanno eseguito il kowtow, il triplice inchino davanti alla salma, deposta su un catafalco circondata di fiori, deponendo ognuno un garofano rosso. Poi, tutti i presenti, in fila per 10, si sono inchinate e hanno deposto anch'essi un garofano rosso. Dopo la cerimonia la salma è stata cremata.
La situazione della Chiesa di Shanghai rimane difficile. Il Consiglio dei vescovi ufficiali, su pressione dell'Associazione patriottica, ha strappato il titolo di vescovo di Shanghai a mons. Ma, ma esso non ha l'autorità per farlo, tanto più che la Santa Sede non riconosce tale Consiglio (mancante dei vescovi sotterranei). Per il Vaticano mons. Ma rimane ancora il vescovo della metropoli, come pure per tutti i fedeli della diocesi.
In questi giorni, dal Vaticano e dalla diocesi di Hong Kong sono giunti alla diocesi messaggi di fraternità e condoglianze, esenti da polemiche.
Dalla Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli, mons. Savio Hon - amico personale di mons. Jin - ha scritto il suo dolore per la morte del vescovo e il suo dispiacere per non aver potuto partecipare ai funerali, anche se era "presente in spirito".
Mons. Hon ricorda che anche papa Francesco era stato avvertito delle condizioni di salute di mons. Jin e che ha pregato per lui. In un velato accenno all'assenza di mons. Ma Daqin, il segretario di Propaganda Fide scrive: "Sono rimasto molto commosso nel vedere le foto della messa funebre di mons. Jin. Vi sono molte facce familiari e i miei pensieri vanno a tutti voi, cari fratelli e sorelle, e in special modo al mio caro fratello mons. Daqin, che era anch'egli con voi in spirito. La Chiesa, come un coro, ha bisogno di un direttore, per trasformare il vangelo in un canto meraviglioso".
Anche il card. John Tong, vescovo d i Hong Kong, ha inviato un messaggio, in cui egli "offre i pensieri e preghiere ai vescovi, al clero e ai fedeli della diocesi di Shanghai, e prega perché Dio doni loro la forza per seguire la sua volontà, mantenendo la tradizione cattolica, l'insegnamento e la dottrina della Chiesa universale; e perché continui la promuovere l'unità, la comunione e lo sviluppo intraecclesiale, come pure la promozione dell'evangelizzazione e il servizio alla società quali testimoni fedeli dell'amore di Dio".
Entrambi i messaggi affidano il vescovo defunto e la comunità alla protezione della Madonna di Sheshan, il santuario mariano nazionale, vicino a Shanghai.
Il 24 maggio prossimo sarà la festa della Madonna di Sheshan, meta di pellegrinaggi per centinaia di migliaia di cinesi durante tutto il mese di maggio. Fino all'anno scorso i vescovi di Shanghai compivano il pellegrinaggio insieme ai fedeli, celebrando poi la messa nel santuario. Quest'anno, con la morte di mons. Jin, il sequestro di mons. Ma e la malattia di mons. Fan (il vescovo sotterraneo, non riconosciuto dal governo), non ci sarà alcun vescovo a presiedere la messa.
Dal 2008, dopo la sua Lettera ai cattolici cinesi, papa Benedetto XVI ha stabilito che il 24 maggio sia anche la Giornata mondiale di preghiera per la Chiesa in Cina, in cui pregare affinché si rafforzi l'unità fra cristiani sotterranei e ufficiali e la comunione col successore di Pietro, chiedendo anche al Signore la forza di perseverare nella testimonianza cristiana, pur fra le sofferenze della persecuzione.